Eurovision Song Contest 2023, quel (poco) che resta
Eurovision Song Contest 2023, in una serata al più noiosa e priva di guizzi, domina il "pop di razza" di Loreen, che punta al bis con Tattoo
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Della prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2023 di scena ieri sera a Liverpool restano poche canzoni. Una manciata, forse, incluse quelle tre che hanno tentato la carta tema d’attualità portando sul palco un’istanza di pace (sacrosanta) pro-Ucraina.
In ordine di scaletta, i croati Let 3, si “appoggiano” su una scenografia di grande impatto narrativo: ne viene fuori una canzone, che strutturalmente però faticherei a definire tale, che irride i dittatori di tutto il mondo svelandoli nella loro più nuda, in senso letterale, pochezza.
Gli amanti della canzone “tradizionale”, per contrappunto, non saranno quindi rimasti indifferenti di fronte alla performance dello svizzero Remo Forrer: faccia e attitudine pop (con echi à la Sam Smith) al servizio di una canzone, Watergun, che è la storia di un giovane che viene chiamato al fronte ed è costretto a mettere da parte tutti i suoi progetti per il futuro.
Messaggio pacifista, improntato sul concetto di sorellanza, anche quello delle ceche Vesna. Volendo parafrasare la loro canzone, l’unica che meriterebbe una corona, al culmine di una serata noiosa, in cui la qualità delle canzoni è, a dir bene, intermittente, e priva di guizzi, è Loreen.
Ambasciatrice di un “pop di razza” che non si ascolta né si produce quasi più, l’interprete e attivista svedese ha tutte le carte in regola per centrare il bis a undici anni dalla vittoria a Baku. La sua Tattoo è una canzone onirica, quasi cinematografica, che non sfigurerebbe nella colonna sonora di 007.
Eurovision Song Contest 2023, la pace il tema centrale di performance che rubano da cinema e teatro
Dal cinema al teatro, con la portoghese Mimicat (Ai Coraçao) si ha la sensazione di essere stati catapultati in un musical; il richiamo più diretto, sarà per il dominante colore rosso su vestiti e scenografia, è a Nine di Robert Marshall. E sui social c’è chi, citando un adagio diventato virale dopo essere apparso su un quotidiano, nota “quell’incredibile somiglianza” tra Mimicat e la nostra Barbara Cola, famosa soprattutto per aver condiviso il palco di Sanremo con Gianni Morandi nel ’95 (la canzone era In Amore, ndr.) e per essere stata la signora Capuleti nel kolossal musicale Romeo e Giulietta – Ama e Cambia il mondo.
In attesa di Marco Mengoni, che si esibirà direttamente nella finale di sabato 13 maggio, le speranze tricolore all’Eurovision Song Contest sono riposte anche in Alessandra Mele (la italo-norvegese regina tra i re) e nei Piqued Jacks, gruppo indie-rock pistoiese che a Liverpool rappresenta la repubblica di San Marino con il brano “Like an Animal”.
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