Giovanna Sannino: ”Nell’IPM ho imparato a non giudicare e a tendere sempre la mano”
Giovanna Sannino, ospite del Giffoni Film Festival, racconta non solo di ''Mare Fuori'' ma anche del libro che ha scritto e di cos'è per lei indispensabile
Giovanna Sannino è stata ospite della terza giornata del Giffoni Film Festival.
L’attrice ha potuto mostrare numerosi lati di se sia durante l’incontro con i giurati che in sala stampa. Giovanna Sannino infatti, non è solo Carmela di ”Mare Fuori” ma è stata precedentemente una scrittrice e anche un’insegnante di teatro presso l’IPM di Nisida.
Riguardo la carriera da scrittrice, la stessa Sannino spiega da dove nasceva la sua voglia mettere per iscritto le sue emozioni:
”Il bisogno di raccontare nasce da un diario che scrivevo a 14/15 anni a scuola. Un giorno il mio professore mi disse non so cosa stai scrivendo ma ti auguro di pubblicarlo e di farne un racconto. Io cercavo spiegazioni che i grandi non mi riuscivano a dare e quindi mettevo ordine su carta. Era una grandissima valvola di sfogo”
Giovanna Sannino si sofferma anche sulla sua reale esperienza nel carcere di Nisida e su cosa si porta dietro di quell’esperienza:
”Tanta empatia. Sono arrivata a Nisida spaventata perchè inevitabilmente non conoscevo i ragazzi e i reati commessi, però sapevo che avevano vite interrotte. Ero spaventata ma dopo solo un’ora eravamo lì ad abbracciarci, ridevamo e scherzavamo insieme. Lì ho imparato a non giudicare chi ho difronte, a tendere la mano e ad ascoltare prima di trarre conclusioni”
E sulle donne che, come Carmela, sono un altro tipo di ”vittime”:
”L’impotenza è tanta, è una vita d’attesa e di speranze, di promesse non mantenute e lo vedevo con le ragazze che venivano a Nisida a trovare i loro mariti. E’ una vita di solitudine”
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