19 Novembre 2017 - 10:08

Addio Fottuti Musi Verdi. La recensione di ZON.it

Addio Fottuti Musi Verdi

Addio Fottuti Musi Verdi è il primo film dei The Jackal, il collettivo di videomaker napoletani tra i più popolari youtuber del momento

Dato che ieri sono venuti al Big Maxicinema, a Marcianise, per presentare la loro opera prima e visto che ho scroccato un ingresso omaggio, per lenire il mio senso di colpa per non averli supportati ho deciso di fare una recensione di AFMV, così almeno gli faccio pubblicità.

Fonte: MyMovies

1. A me i The Jackal non piacciono

Il problema di andare a vedere un film fatto da un collettivo di artisti che non sopporti e che hai pronosticato nei giorni precedenti come un flop, è che per tutto il film stai con una vocina che trova 3000 difetti in ogni scena pur di avere ragione e non farti cambiare idea.
Per la recensione di AFMV ho deciso usare la mia vocina interna che ieri sera ha parlato per tutto il film, così faccio sia una cosa “originale” e sia mi guadagno un ciclo di terapia gratis presso qualche psicologo caritatevole.

2. Io, la Vocina e il film dei The Jackal

V: Non è nulla di nuovo. È l’ennesimo film che parla di un ragazzo (nel nostro caso Ciro Priello) con una laurea (in comunicazione) e 3 specialistiche che non riesce a trovare il lavoro dei suoi sogni (come grafico) e per campare tra i mille colloqui fa il precario in un ristorante cinese mascherato da osteria napoletana. La novità sarebbe la fantascienza, ossia gli alieni meritocratici che assumono il nostro eroe dopo che questo ha mandato il suo curriculum nello spazio.
Io: Ok! Ma i The Jackal devono fare un film di fantascienza e al tempo stesso risultare credibili, è logico che abbiano deciso di partire, come ogni scrittore che si rispetti, da “quello che conoscono” ossia precariato, fuga dei cervelli, i parcheggiatori abusivi ecc… ossia i classici problemi di tutti i giorni che tutti vivono e proprio per questo possono immedesimarsi nei protagonisti del film. Inoltre tutto questo serve come pretesto per introdurre “la fantascienza” ossia gli alieni, i fucili laser e robot assassini; non potevano certo fare il classico blockbuster americano con esplosioni, alieni invasori e bad boys, sono i The Jackal mica Michael Bay! Nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere da loro anzi avrebbero corso il rischio di sembrare ridicoli. Hanno deciso di puntare sul sicuro unendo quello che piace a loro una fantascienza in stile Edgar Wright (Shawn of the Dead e World’s end) e Douglas Adams (Devo sul serio dirvi quello che ha scritto?) con i temi e gli sketches che i fans amano nei loro video.

V: Ecco appunto, gli sketches! Niente di meno che ci sono delle parti degli sketches uno dietro l’altro che addirittura riprendono anche le battute nei loro video.
Io: Aspetta. Se il primo atto è stato come dici tu “una sequela di sketches“, nel secondo, soprattutto verso la fine del film, si è ripreso alla grande.
Inoltre, in AMFV ci sono due livelli di comicità. Uno è quella a cui possono arrivare e fa ridere tutti (per esempio i datori di lavoro) in stile don Pietro Savastano (interpretato appunto da un fantastico Fortunato Cerlino) e l’altro archetipo del grezzo napoletano dalla parlata incomprensibile (un sublime Salvatore Esposito). Ma c’è anche un livello di comicità fatto di allusioni, sottintesi e gesti dato da una cura per il dettaglio che non si può non apprezzare e ammirare. Per esempio sugli attestati di Ciro c’è una serie di idiozie; lui non è un bravo grafico, certo hai i titoli ma non il talento e lo dimostra il fatto che nessuno capisce realmente quello che fa (tutti scambiano i suoi loghi per fave).

L’estero non è la vera svolta e lo dimostrano sia il lavoro di Ciro per gli alieni sia Matilda, l’amica del protagonista, che va a Londra in cerca di fortuna ma inutilmente (come direbbe Gianfranco Marziano “perché fare 1000 km per fallire quando puoi farlo comodamente a casa tua?“). L’ unico realista paradossalmente è Fabio, l’altro amico, il nerd, l’appassionato di fantascienza che gira con la chiavetta con prediciottesimi e matrimoni da lui girati nel caso incontri un regista o un produttore a spasso; ma è l’unico che ha un lavoro stabile e da vero napoletano/epicureo accetta le cose come sono e cerca di vivere felice.
Inoltre a me l’idea del ristorante cinese mascherato da pizzeria napoletana è piaciuta tantissimo, anche se l’ultima scena ambientata lì è stata portata troppo per le lunghe.

V:Ma la recitazione di Ciro? A me le sue grida e mossette hanno fatto venire la “pucundria” e lì non c’è nessun sottotesto o allusione dotta…
Io: Lì ti do ragione, Ciro che fa la macchietta con le sue urla, mossette e faccette buffe. In molti punti del film stonava con la scena e sembrava Martellone nel ruolo comico del Notaio negli Occhi del cuore ma la gente in sala rideva quando lui lo faceva, si divertiva. Quindi a malincuore mi tocca ammettere che forse Francesco Ebbasta (il regista) ha fatto bene a puntare su quello che è il marchio di fabbrica di Priello.
Alcune parole anche sugli altri attori che mi hanno colpito, in primis Fabio Balsamo. Lui è stato semplicemente fantastico, in molti punti del film il ritmo ed il tono delle scene si sono retti totalmente sulle sue spalle, soprattutto verso la fine.
Roberto Zibetti e Rosalia Porcaro rispettivamente nel ruolo di Brandon (il capo degli alieni) e della mamma di Ciro li ho adorati; ma con loro non sono oggettivo, puoi metterli ovunque, in qualsiasi ruolo e mi piaceranno sempre.

V: il modo di girare è stato volutamente troppo poco italiano e…
Io: Qui ti fermo subito! Certo è evidente il debito che i the Jackal hanno nei confronti di Wright nel modo di raccontare la storia, nel montaggio iniziale, certo in alcuni punti girano persino le stesse scene ma quello è un omaggio da fans, ci sta tutto. Cavolo io a Wright andrei a lavare la macchina ogni domenica se potessi!
Mentre per il modo in cui è girato (per esempio le inquadrature d’apertura dei luoghi in cui si svolge la scena) un approccio poco italiano è stata la scelta necessaria per chi punta a fare qualcosa di diverso in Italia.
Certo Addio Fottuti Musi Verdi non è un capolavoro (non ne ha mai avuto l’ambizione) né è un film per tutte l’età, ma non è nemmeno un film banale o pieno di stereotipi (anche se in alcuni punti ha rischiato grosso). Tutti gli spettatori alla fine del film sono usciti felici e contenti, ridendo ancora e commentando divertiti le scene del film, e questo, nella mia modesta opinione, è la cosa più importante per valutare un film.

3. La mia pagella

Ciro Priello – Il protagonista voto 7 per la recitazione complessiva e 10 per l’imitazione del Notaio di Occhi del Cuore.

Fabio Balsamo -o’cumpagn voto 10. Vero e proprio Atlante di questo film. Quando parlo di Atlante intendo non il libro con le cartine geografiche ma il Titano della mitologia Greca che reggeva sulle sue spalle il mondo così come ha fatto l’irreprensibile Fabio in molte scene del film.

Beatrice Arnera- a’cumpagn/quella che al protagonista non gliela darà mai voto 8. Mi è piaciuta nel ruolo, è giovane e farà strada soprattutto a Londra.

Roberto Zibetti-Brandon/capo degli alieni/o’malament voto 9.5. Nulla da dire.

Rosalia Porcaro – Mamma di Ciro voto 9.5. Nelle poche scene in cui appare è fantastica, vorrei assaggiare la sua parmigiana.

Fortunato Cerlino e Salvatore Esposito- I Felacone voto 10 senza fattura. Nel film sono come dei gattini che fanno cose su instagram, è sempre bello vederli.

Un articolo a cura di Francesco Orlando

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