23 Giugno 2022 - 16:55

Allarme siccità in Italia. Temperature superiori al bollente 2003

Allarme siccità in Italia: dopo le temperature record del 2003 anche quest'anno si registrano oltre 40 gradi a fine giugno

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Dopo le temperature record del 2003 quest’anno a fine giugno il termometro fa registrare già 40 gradi. La problematicità maggiore con tali temperature è la siccità che riguarda le acque dei nostri fiumi e dei bacini, al punto che le difficoltà si espandono fino alle aree delle acque internazionali e nei rapporti transfrontalieri. L’ultimo report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche ha rivelato delle notizie preoccupanti lanciando di conseguenza un allarme. Il problema è sorto anche nella gestione con la Svizzera delle acque transfrontaliere del lago Maggiore e di quelle del fiume Isonzo con la Slovenia.

I grandi bacini come i laghi di Como (13,5% di riempimento) e d’Iseo sono vicini al record negativo. Il lago Maggiore oggi riempito al 20% soltanto, mentre lo scorso anno i bacini settentrionali erano pieni oltre il 90% e la neve era abbondante sui monti.

La situazione del Po è anche molto preoccupante poiché continua a registrare un abbassamento epocale delle acque lungo tutto il corso. A Pontelagoscuro la portata si è dimezzata in sole due settimane.

Ma vediamo la situazione regione per regione. In Piemonte decresce l’acqua di quasi tutti i fiumi. Il Tanaro è al 30% della portata di 12 mesi fa. L’acqua della Dora Baltea in Valle d’Aosta viene registrata su valori minimi. In Liguria, in particolare a Genova sono caduti quest’anno solo 100,6 millimetri di pioggia, rispetto ai 537,8 degli scorsi anni.

In Lombardia nel bacino idrografico del fiume Adda le precipitazioni sono state di 270 millimetri contro una media di mm 460 e con lo scioglimento della neve la riserva idrica regionale attuale è del 60% rispetto alla media. In Friuli Venezia Giulia il Livenza e il Tagliamento mantengono i valori inferiori ai minimi storici del periodo. In Veneto l’Adige ha un altezza idrometrica inferiore di 2 metri e mezzo rispetto allo scorso anno. Al confine tra Umbria e Toscana, il lago di Chiusi ha una quota idrometrica molto bassa per cui sono stati sospesi i prelievi, così come continua a ridursi la portata dell’Arno e del Serchio.
Preoccupazione anche per la scarsità d’acqua nella falda costiera livornese al di sotto dei minimi storici.

In Umbria la portata del fiume Tevere è ben al di sotto della media storica. La portata del fiume Paglia è praticamente azzerata.
Il deficit pluviometrico nelle Marche a maggio ha raggiunto il 40% ed i fiumi registrano cali raggiungendo valori inferiori all’anno scorso. Calo anche per le acque trattenute dalle dighe.

Nel Lazio, in particolare nei Castelli Romani, i due laghi vulcanici dipendono principalmente dagli apporti pluviali, diminuendo così di oltre il 75%. Nei Colli Albani molti abitanti rischiano turnazioni idriche.
Abbassamento della pressione per 21 mila persone nei comuni della Provincia di Frosinone e altrettante turnazioni.
Pressione ridotta anche in 5 comuni della provincia di Roma. Anche il Tevere ha raggiunto i livelli minimi.
In calo anche le acque del Lago di Nemi e Bracciano.

Il deficit pluviometrico di maggio in Abruzzo tocca il 100% in tutte le stazioni dove la quantità d’acqua viene rilevata. In Campania diminuisce l’acqua contenuta nel Volturno, nel Sele, nel Garigliano e nei bacini del Cilento.

In Calabria, nel bacino Sant’Anna ad Isola Capo Rizzuto si registra la più bassa quantità d’acqua degli ultimi 7 anni. In Sicilia

In Sicilia l’isola resta la regione italiana con maggior rischio di desertificazione pari al 70%.