22 Ottobre 2016 - 10:36

Animali mitologici e strani avvistamenti: come la società evolve (e torna indietro)

animali mitologici

Nel XX secolo ci si sorprende che alcuni possano avere un’esperienza religiosa genuina e salda ma non si guarda a quanti prestano fede ad episodi ben più fantastici, quali gli avvistamenti di animali mitologici…

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Il fenomeno televisivo ha, in maniera crescente, esplorato i limiti del fantastico, cercando di riproporre le storie fantastiche di animali mitologici che già erano state raccontate in volumi di grande pregio. La differenza col passato, in cui una storia era trasmessa oralmente, oggi il mezzo televisivo possiede un potere di fascinazione maggiore che, nella mente del bambino, spesso diventa credibilità.
Il problema, purtroppo, non è solo dei bambini ma anche di alcuni adulti: ad oggi, non è bastato il progresso scientifico per ridimensionare il fenomeno dell’incredulità alla scienza: particolarmente in questo nostro tempo, sembra che il secondo me abbia più forza e valore di cio che è.

Lo zampino televisivo

animali mitologici

Animali mitologici in formaldeide

Il riferimento all’esperienza della produzione televisiva, è un must per l’argomento che stiamo trattando: a titolo esemplificativo riportiamo  l’esperienza di Voyager, programma d’intrattenimento dalla forma della divulgazione scientifica, prodotto dalla Rai.
Sulla scia di una carrellata giornalistica composta da autorevoli fonti, dedicò parte della programmazione al mistero di un draghetto in formaldeide rinvenuto in qualche parte d’Inghilterra. L’approccio (volutamente?) incauto ma parascientifico al fenomeno (sarebbero bastati esami semplici e non invasivi per verificare l’origine del reperto ma ci si è limitati alle opinioni dei soliti ospiti di particolare spessore) è bastato a dare sufficiente forza mediatica a quel fenomeno che poi si è rivelato semplicemente pubblicitario.
Alla BBC spettò il taglio del nastro dell’ovvietà… cioè, della verità.

Questo genere di contaminazioni tra generi e stili narrativi tanto distanti, come il giornalismo scientifico e il racconto fantastico ha in un documentario fantasioso (docufiction, appunto) un’espressione particolarmente valida: “Sirene, mistero svelato”.
Il docufiction prodotto da Discovery Channel si muove ambiguamente anche nella pubblicizzazione che sembra essere presentato come un impasto tra realtà e finzione possibilistica.
Il successo della prima produzione ha generato un seguito, “Sirene, le ultime verità”.

Tale è l’impatto di simili prodotti, che è stato necessario che il NOAA – istituto governativo che monitora le condizioni dell’Atmosfera e degli Oceani – smentisse l’esistenza delle sirene sul suo sito ufficiale (clicca qui per leggerlo).
Il NOAA è richiamato nel documentario in modo massiccio: ciò è bastato perchè molti si rivolgessero direttamente all’ente per conoscere le sorti di queste nostre umide cugine d’evoluzione.

Il gioco è semplice: basta un montaggio veloce con tagli da suspense in cui il contenuto del messaggio non è veicolato per intero e in unica soluzione, fonti amatoriali che dimostrino buona fede, esperti scientifici che etichettino come possibile l’incredibile scientifico e, possibilmente, la diffusione del prodotto su canali con programmazione notoriamente scientifica (come nel caso di Discovery Channel).
Si condisca con qualche trama governativa interessata a insabbiare la notizia, e la verosomiglianza è servita con tanto di certificazione di credibilità.

Recenti avvistamenti di animali mitologici

Animali mitologici continuano a comparire qui e lì; pare che, in questi giorni, in Cina, stia volando uno pterodattilo o un drago.
Nel XX secolo, più che il timore di essere mangiati vivi, penso si tema per le proprie auto, considerando la devastazione di cui sono capaci animali semplici,  quali piccioni e gabbiani, con le loro deiezioni.
Qui il video che immortala l’immarcescibile creatura, pubblicato sul canale youtube ApexTV, dedito al paranormale.

Non solo video, anche foto con particolari ritrovamenti.
In questa società, in cui la pubblicità è l’unica cosa che spesso può fra la differenza, come nel caso del draghetto in formaldeide di cui sopra, molti hanno l’arguzia di proporre il proprio lavoro con uno stile sobrio a sufficienza da risultare credibile alle persone più distratte.
Così, un post FB che illustra il lavoro di uno specialista in trucco ed effetti speciali, è stato addirittura riproposto in un articolo di un noto quotidiano nazionale italiano quale ritrovamento (probabilmente) vero. Tra i commenti, qualcuno ha asserito che «si vede che è finto» e che è «un fake».
L’incapacità di andare oltre il dato letterale del testo, genera mostri.

Insomma…

Proporzionalmente al passato la società non è forse più ignorante ma sembra molto meno razionale e molto più emotiva.
Si registra innanzitutto una più ampia possibilità di accesso al sapere per alcuni, mentre un accesso molto più ristretto per altri. Sappiamo bene come internet sia alla stregua di un bene primario: la conoscenza si aggiorna al secondo e le enciclopedie rischiano di diventare vecchie da un giorno all’altro. Se già le biblioteche, vero tesoro del tessuto sociale, stanno morendo perchè la lettura non è stata scoperta da tutti, anche la buona idea di dotare di strumenti informatici queste case del sapere non è una soluzione al problema fondamentale: il discernimento.

Il problema di un tale afflusso di notizie, spesso ascientifiche, è che per riconoscerne la genuinità si pone necessaria una conoscenza minima che si acquista, spesso, con uno studio specifico. A volte, complementare a ciò, il criterio dell’io penso e del secondo me assurto a criterio preminente anche a scapito del dato scientifico, e che fa diffondere esponenzialmente storie antiscientifiche.
Della piaga del secondo me è spesso afflitto chi, lo studio specifico, lo ha portato a termine.

La pubblicità, poi, conferisce tanta dignità al prodotto reclamizzato da investirlo di una dignità che non gli appartiene.
Lo abbiamo visto con la storia del drago nel barattolo e lo racconta paradigmaticamente una nota puntata de I Simpson in cui l’approccio scientifico-razionale di una persona è soffocato dall’onda dell’emozione di tutta la comunità, compresi gli esponenti della scienza.

animali mitologici

Animali mitologici: le credenze di oggi non differiscono molto dai bestiari medievali.

Trasmissione degli strumenti di analisi del reale: ancora la TV

L’approccio alla realtà è indubbiamente cambiato e lo vediamo anche da sfumature di vari prodotti commerciali: molti ricorderanno la saga Scooby Doo, in cui originariamente il gruppo di giovani investigatori confutava, sistematicamente, misteri al limite dell’esoterico, trovando in ognuno una spiegazione razionale. Non c’era spazio per il fantastico.
Oggi, lo stesso prodotto, in una nuova serie – “Scooby Doo – Mystery Inc.” – fa retromarcia su tutto ed è intriso di fantastico, magia e fenomeni esoterici.
Stiamo insegnando cose nuove ai nostri ragazzi: il fantastico da pensabile è possibile.

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