Astrazeneca e gli effetti collaterali. L’ammissione
Vaccino Astrazeneca sotto inchiesta. Ora arriva l'ammissione da parte della casa farmaceutica di possibili effetti collaterali come trombosi
Il vaccino Astrazeneca appartenente all’omonima multinazionale biofarmaceutica svedese-britannica è sotto inchiesta da un po’ di tempo a causa degli effetti collaterali causati dal vaccino a partire dal 2021, quando fu introdotto nella profilassi contro il covid-19.
I diversi casi di evidenti effetti collaterali accertati in pazienti trattati con il farmaco sia in Italia che all’estero hanno suscitato clamore e hanno motivato l’inizio di numerose cause legali a carico dell’azienda da parte dei familiari delle vittime.
In Italia turbò molto l’opinione pubblica in particolare il caso della diciottenne Camilla Canepa che morì nel giugno 2021 dopo un’iniezione del vaccino Astrazeneca Inoltre recentemente la Procura di Genova ha stabilito che la ragazza aveva buone possibilità di sopravvivere, nonostante fosse stata colpita dalla Vitt, cioè una rara trombosi determinata dal vaccino adenovirale associato ad un livello basso di piastrine nel sangue. Quest’ultima affermazione ha messo sotto indagine 5 medici.
La giovane infatti era stata ricoverata nel PS di Lavagna nel Tigullio a causa di sintomi proprio attribuibili ad un effetto collaterale conseguenti ad un’iniezione di vaccino.
In definitiva il vaccino che all’epoca riscontrava un’efficacia pari al 60% nella lotta al covid in Italia e pari al 75% negli Stati Uniti, secondo alcuni legali potrebbe costringere oggigiorno la casa farmaceutica a risarcire fino a 25 milioni di dollari i familiari delle vittime, dal momento in cui l’ammissione della trombosi è stata scritta nero su bianco nelle carte del processo.
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