8 Febbraio 2021 - 11:54

Balene di Rice, una specie unicamente americana già a rischio estinzione

balene di rice

Le balene di Rice sono già considerate in pericolo dagli Stati Uniti con una popolazione stimata in meno di 100

Con una popolazione stimata in meno di 100, le nuove balene – che i ricercatori hanno soprannominato le balene di Rice dal nome del biologo americano Dale Rice – non si vedono comunemente nemmeno nell’angolo del Golfo del Messico che chiamano “casa”. Non aiuta il fatto che le balene, precedentemente ritenute appartenenti alla specie di balene di Bryde, abbiano una strategia di alimentazione che le porti in profondità sott’acqua intorno al DeSoto Canyon, a circa 100 km a sud di Mobile, in Alabama.

“Sono rimasto sorpreso dal fatto che potesse esserci una specie di balena non riconosciuta là fuori” dice Lynsey Wilcox, un genetista della US National Oceanic and Atmospheric Administration che ha contribuito a scoprire la nuova specie. “Non avrei mai immaginato che avrei descritto una nuova specie nella mia carriera, quindi è una scoperta molto eccitante.” I ricercatori avevano intuito da tempo che questo gruppo di balene simili a Bryde nel Golfo del Messico era in realtà diverso. Sembravano rimanere per lo più nell’angolo nord-orientale del golfo e non si mescolavano con le balene di Bryde, che si trovano negli oceani Indiano, Atlantico e Pacifico. Si nutrono anche vicino al fondo del mare, mentre la maggior parte delle balene di Bryde in genere si nutrono vicino alla superficie.

Ma è difficile persino per gli esperti distinguere le balene grandi sul campo, per individuare specie dall’aspetto simile, gli scienziati hanno bisogno di prove genetiche e un attento esame della morfologia dell’animale, sostiene il genista Wilcox. Le differenze genetiche e scheletriche insieme erano sufficienti a giustificare una nuova designazione di specie e gli esperti concordano sul fatto che possa trattarsi di una “specie unicamente americana” ma già a rischio estinzione: queste balene sono infatti particolarmente vulnerabili agli attacchi delle navi perché hanno la “sfortunata abitudine” di dormire la notte appena sotto la superficie del mare.