9 Luglio 2015 - 11:44

Berlusconi condannato, tangenti in cambio di senatori

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Silvio Berlusconi condannato a tre anni di reclusione. Tangenti e corruzione per comprare i senatori 

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Per Berlusconi tale sentenza, emessa ieri sera dal Tribunale di Napoli, è persecuzione giudiziaria che mira a rovinare la sua immagine. Dopo due anni, il processo si conclude con la condanna a tra anni di reclusione per Berlusconi e Valter Lavitola, oltre a cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento del danno verso il Senato.

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Condannati Berlusconi e Lavitola

Tra il 2007 e il 2008 è stato commesso reato di corruzione, che funzionava così: i soldi entravano a Palazzo Madama, dove si “convinceva” il Senatore a passare a Forza Italia per coalizzarsi con il leader e creare le condizioni per far crollare il governo Prodi. Le “valigette” erano portate all’interno del Palazzo proprio da Valter Lavitola, complice dell’ex leader, come emerge da una sua lettera, da cui trapelano i “servigi” e i soldi richiesti (circa cinque mila euro).

Cifra alte sono circolate in questo discorso politico. Si parla di tre milioni di euro, come risulta dagli atti, di cui due non sono ancora chiari.

Molto soddisfatto il procuratore Colangeli: “Una sentenza che non ha precedenti, la tesi accusatoria è stata condivisa dal giudice e per noi questo è importante, anche se si tratta solo di un primo grado di giudizio. Da parte nostra non c’era valutazione sulla insindacabilità del diritto di voto, abbiamo sostenuto che non si poteva fare mercimonio del voto o della promessa di voti. Ora aspettiamo le motivazioni, il verdetto di oggi stabilisce che il voto non può essere oggetto di vendita”. Un’indagine lunga e dettagliata che ha visto coinvolti i pm Francesco Curcio (oggi alla Dna), Alessandro Milita, Vincenzo Piscitelli (oggi procuratore aggiunto) Fabrizio Vanorio, Henry John Woodcock.

Il processo, nei suoi tre gradi, dovrebbe concludersi a novembre, ma i difensori di Berlusconi (i penalisti Michele Cerabona e Niccolò Ghedini), di Lavitola (Amedeo Barletta, Marianna Febbraio, Antonio Nobile) e di Forza Italia (Franco Coppi e Bruno Larosa), avevano battuto su un punto: “Ammesso pure che ci sia stato scambio di denaro, non c’è prova del reato, di fronte a quanto stabilito dalla Costituzione, che sancisce il diritto di ogni parlamentare di cambiare appartenenza politica in ogni momento della propria attività“.

de gregorio berlusconiIn tale prospettiva diventa decisiva la posizione di De Gregorio, condannato ad un anno e otto mesi, da questa “Operazione libertà“, vengono a galla nuovi scenari.

Le tangenti erano gestite dal partito di De Gregorio, da come rilevano le indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Napoli, nella fase finale del governo Prodi, quando arrivavano anche all’estero; possibile il coinvolgimento di altri esponenti della maggioranza di centro sinistra del Senato di quella fase politica italiana.

Questo processo, che va avanti dal 2012, partito dalle dichiarazioni di De Gregorio, potrebbe finire in prescrizione, se si considerano i 90 giorni previsti per il deposito delle motivazioni, e i 45 invece per l’impugnazione.

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