20 Aprile 2016 - 19:53

Bertinotti e i “rafanielli” 2.0

Bertinotti e i rafanielli 2.0

Fausto Bertinotti si avvia verso una nuova fase della sua vita. Elogi e frequentazioni abituali con CL, lo portano a difendere la causa ciellina e a paragonarla allo spirito di Gramsci

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Un celebre brano “Rafaniello”(dall’album omonimo) ,del 1992, dei 99 Posse descriveva, con gran cura e non senza un pizzico di ironia, una figura “strana e assai diffusa” nel nostro Paese, il “rafaniello” appunto.

Questo personaggio, caratterizzato da un misto fra “il rivoluzionario con il bancomat in tasca” e “il punkabbestia borghese”, veniva paragonato al noto ortaggio (il ravanello) data la sua particolare conformazione di “rosso fuori e bianco dentro”.

Fausto Bertinotti

Fausto Bertinotti

Il rafaniello, che tutt’ora si aggira, in particolar modo, fra le aule universitarie e le strade del centro città, si è però evoluto ed ha, addirittura, investito anche altre categorie finora impensabili.

Questa  evoluzione, infatti, ha colpito uno dei maggiori esponenti della sinistra italiana, Fausto Bertinotti, che non solo si è avvicinato in maniera notevole al mondo di CL ma ha anche esternato la sua piena ammirazione verso il movimento cattolico (e non solo).

Ma andiamo per ordine.

L’ex sindacalista, Presidente della Camera e indiscusso “guru” della sinistra italiana, si avvicina al mondo di Comunione e Liberazione nel 2015 dopo un invito, alquanto strano, al Meeting estivo.

Dopo quella occasione, in cui si presentò come Presidente della fondazione Cercare ancora, Bertinotti, come un “novello” S. Paolo, rimase letteralmente “folgorato sulla via di Damasco” tanto da abbracciare la causa ciellina da un lato (se non nell’iscrizione almeno nella presenza stabile nelle varie occasioni) e tesserne le lodi dall’altro.

In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Bertinotti ha esordito con: “Al meeting di Comunione e liberazione ho trovato il popolo”.

Dopo questa affermazione non si è praticamente fermato più, “lasciandosi sfuggire” altre dichiarazioni quali: “Ricordo che per Gramsci l’intellettuale può pensare di rappresentare il popolo solo se con questo vi è quella che lui chiamava ‘una connessione sentimentale’. Lì l’ho trovata”; e ancora “elementi di similitudine con la crisi del movimento operaio. Anche la sinistra deve riqualificarsi nella società senza far leva sul Parlamento o il governo. Carrón e il Papa mettono l’accento sull’abbandono della corazza del potere. Proprio il rapporto sbagliato con il potere e le istituzioni è causa ed effetto dello smarrimento dell’identità di cui soffre la sinistra”.

Il repentino cambiamento dell’ex Presidente della Camera (se non nel pensiero, come ha lui stesso affermato, almeno nei fatti) ha lasciato praticamente di stucco l’intera penisola tanto da evidenziare come in Italia il “cambio radicale” delle “abitudini” sia divenuto ormai un qualcosa di usuale e neanche tanto più scandaloso (anche per chi compie questo “triplo salto mortale”).

Se dici ca te piace a favece e o martiello ma pienz’ ca rifondazione comunista é nu fatto trooooppo bello allora tu sì nù… Rafaniello.Rosso fuori, bianco dentro! Yeaaa! (“Rafaniello”, 99 Posse).

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