4 Aprile 2016 - 23:12

Book pride, la fiera nazionale dell’editoria indipendente a Milano

Book Pride, seconda edizione: tre giorni di full immersion nel mondo dell’editoria indipendente a Milano presso le ex acciaierie Ansaldo

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Si è da poco conclusa la seconda edizione di Book Pride, fiera nazionale dedicata all’editoria indipendente a Milano, tenutasi dall’1 al 3 aprile presso Base, spazio delle ex acciaierie Ansaldo. Tre giorni dedicati alla valorizzazione delle realtà editoriali presenti su tutto il territorio. Nel corso del Book Pride è stato possibile passeggiare tra i vari stand, all’interno dei quali ciascun editore ha esposto la parte più consistente del proprio catalogo e ha offerto al numeroso pubblico di interessati un assaggio di cultura, in tempi in cui la cultura viene spesso svalutata. Il tema principale su cui esperti di varia natura si sono espressi è il libro, le trasformazioni che sta subendo e i possibili risvolti futuri che avrà alla luce dei cambiamenti di oggi. Tra i primi dibattiti del Book Pride, è saltato all’occhio quello della concentrazione editoriale sotto forma di monopolio: è recente la notizia della fusione avvenuta tra Mondadori e Rizzoli, che ha dato vita a Mondazzoli, colosso editoriale la cui esistenza sembra schiacciare le case editrici indipendenti all’interno del mercato. Nomi illustri hanno voluto dire la propria a riguardo: Rosellina Archinto, Ginevra Bompiani, entrambe editori, hanno espresso la necessità di fondare un ecosistema equo, in cui tutti possano competere ad armi pari, in cui il piccolo editore non sia schiacciato dal grosso editore. Il bisogno, condiviso da ospiti e ascoltatori, è quello di fare fronte comune, di ridare voce alle parole, ostacolando quella “abitudine malsana al monopolio”, spinta da fini eminentemente commerciali e poco culturali. Il Book Pride ne è un tentativo, riuscito senza ombra di dubbio.

Book PrideUna delle altre tematiche affrontate durante la fiera è quella dell’adeguata informazione: si registra in maniera sempre più allarmante una noncuranza da parte delle istituzioni politiche e scolastiche nei confronti della lettura. L’interrogativo è stato rivolto ai modi della promozione della lettura, che inizia tra i banchi di scuola, o almeno così dovrebbe. Tra i vari interventi, ricordiamo quello di Marco Rossari, scrittore, che ha portato la sua esperienza con Piccoli maestri, una “missione” a stretto contatto con il popolo degli studenti, spesso svogliati, spesso troppo giovani o troppo grandi per un libro, e con gli insegnanti, non sempre in grado di spianare la strada ai propri allievi quando si tratta di leggere. Questa è soltanto una delle tante iniziative di cui si è discusso al Book Pride, e testimonia un fermento che nasce dal basso, dai gruppi di lettura sparsi in tutto il Paese, dai singoli individui che scelgono di leggere in maniera consapevole, per arrivare ai piani alti, quelli dei dirigenti, dei responsabili. Una continua e costante dedizione può contribuire al miglioramento della situazione dell’editoria indipendente in Italia. Un esempio è sicuramente quello dell’Italian Book Challenge, il campionato delle librerie indipendenti, che ha coinvolto librai e lettori in una sfida tutta culturale e che, di settimana in settimana, sta dando i suoi risultati.

Book Pride vuol dire anche innovazione, vuol dire sapersi misurare con le novità e non esserne spaventati. Grande mostro è l’editoria digitale, che in Italia non ha mostrato grande diffusione a partire della prima ondata del 2013. La maggior parte degli editori ha temuto di confrontarsi con un nemico, ha scelto di non investire su di essa, creando uno scompenso rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, in cui invece la lettura di ebook risulta abbastanza abituale. Marco Ferrario, a. d. di bookrepublic.it, e Eugenio Trombetta Panigadi, a. d. di ibs.it, hanno contribuito al dibattito insistendo sulla necessità di una preparazione corretta all’argomento: non si può pretendere che il prezzo di vendita di un ebook sia rasente lo zero, perché anche la distribuzione digitale ha dei costi; né che le diverse case editrici trascurino la pubblicazione degli ebook, che talvolta vengono immessi nel mercato a distanza di un anno dall’uscita del libro cartaceo.

Gli spunti offerti dal Book Pride sono stati molteplici, ed hanno rivelato un fermento culturale da non trascurare. Anzi, andrebbe rinvigorito quotidianamente dai mestieranti del mondo editoriale per contribuire ad un processo di cresciuta e miglioramento.

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