Brexit, Johnson vieta di usare la parola ai suoi dopo il 31 Gennaio
L’idea di mettere il termine Brexit al bando dopo il 31 Gennaio sarebbe del consigliere speciale di Johnson. Ma sarà davvero possibile non nominarlo?
Una novità. Del resto, di una cosa meno se ne parla, più scema l’interesse della gente per quella stessa cosa. Boris Johnson ha deciso di voler mettere al bando il termine “Brexit”, dissuadendo i suoi ministri e lo staff dall’usarla, ora che si avvicina il 31 Gennaio, data definitiva di uscita dall’Unione Europea. Il termine è una crasi per “Britain Exit”, espressione universalmente usata per indicare il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Secondo gli analisti politici, Johnson ha dissuaso i ministri del suo governo dall’usare la “B-word”, la parola della discordia. L’obiettivo è passare oltre, dopo che l’accordo da lui proposto diventerà realtà. Il Department For Exiting the European Union, che ha curato fino ad oggi i negoziati con Bruxelles, verrà smantellato e abolito. Al suo posto nascerà una Task Force Europe, una squadra incaricata di curare le relazioni tra Londra e il Vecchio Continente.
“Non è solo una mossa simbolica. Probabilmente significa che le relazioni europee verranno gestite direttamente da Downing Street, evitando gli scontri che hanno reso così difficile la prima fase dei negoziati. Inoltre ci sono indicazioni che il Primo ministro voglia scoraggiare l’uso della parola ‘Brexit’ da parte dei deputati tories e dei membri della squadra di Governo.” ha dichiarato David Shields, analista politico per Open Europe.
L’idea sarebbe di Dominic Cummings, consigliere speciale di Boris Johnson, soprannominato il “Rasputin di Downing street”. Pagherà questa nuova idea?
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