Broken Relationships, il museo dell’amore finito
Se mi lasci ti cancello? A Los Angeles qualcuno sembra disapprovare, e così nasce l’idea del Museum of Broken Relationships
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A Los Angeles apre il Museum of Broken Relationships, uno spazio destinato a custodire, per salvarne la memoria, i reperti di storie d’amore finite. Il Museum of Broken Relationships di Los Angeles inaugurerà a maggio 2016, mentre è già aperta la campagna Call for objects, per il reperimento delle “opere”.
Un Museum of Broken Relationships però esiste già, in Croazia, all’interno del Kulmer Palace di Zagabria.
Oltre ad avvalersi di una sede a Zagabria, questo innovativo museo europeo, è stato anche una mostra itinerante che ha toccato diverse capitali mondiali: la Slovenia nel 2006, la Bosnia e la Macedonia nel 2007, San Francisco, l’Irlanda e Singapore nel 2009 e ancora le Filippine, St. Louis negli Stati Uniti, Berlino, Londra fino ad arrivare a Cape Town in Sud Africa.
Il Museum of Broken Relationships è stato ideato da Olinka Vistica e Drazen Grubisic al termine della loro storia d’amore. La loro casa piena di oggetti pregni di ricordi, inutili e dolorosi, li indusse a pensare che invece di disfarsene sarebbero potuti confluire in qualcosa di originale.
Così nel 2003 nasce la loro idea di organizzare un piccolo museo, divenuto una realtà tre anni dopo: la prima esibizione era stata allestita all’interno di un container, con i ricordi della loro storia e quelli dei loro amici separati. Il progetto poi si è espanso grazie al passaparola.
Nel Museum of Broken Relationships gli artisti sono persone comuni che hanno lasciato la testimonianza oggettistica di un passato condiviso e di un presente di cuori spezzati.
Regali, acquisti comuni, cose lasciate dall’altro, anche gli indumenti intimi: una serie di cimeli carichi di un legame emozionale doloroso, perché evocativo di una storia vissuta e poi interrotta.
Il dolore viene così sublimato in “simulacri” esposti per raccontare agli altri, quel che una volta c’era. Infatti l’esposizione permette ai visitatori di consultare le storie legate agli oggetti.
Ed è così, la storia, qualsiasi sia la sua natura – verrebbe da dire oggi – diviene sempre un oggetto polveroso, un reperto da museo.
E viene in mente una citazione da Si sta facendo sempre più tardi di Antonio Tabucchi: “E ti direi di altri fiumi che abbiamo guardato insieme pensando che essi scorressero soli, senza accorgerci che noi scorrevamo con loro. E ti direi che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare, e per tornare ad essere ciò che fu dovrebbe essere ciò che fu, e questo è impossibile”.
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