Bullismo, la testimonianza: “Le maestre sapevano ma non facevano nulla”
Il bullismo è purtroppo un fenomeno molto diffuso nel mondo. Spesso, le vittime sono dei ragazzi timidi, introversi, per certi versi indifesi che spesso non hanno la forza di denunciare le violenze psicologiche o fisiche che subiscono. Le offese verbali spesso possono essere dolorose quanto un pugno e ferire i sentimenti di una persona, soprattutto se quest’ultima ha già di per se un carattere particolarmente fragile.
Oggi parliamo della storia di un ragazzo, vittima di bullismo e cyberbullismo. Il giovane ha infatti subito sia la violenza fisica che quella verbale. In particolare, lo studente ha ricevuto commenti poco carini sui social per una sua caratteristica fisica: l’eterocromia. Quest’ultima è una caratteristica in cui l’iride di un occhio ha un colore diverso dall’iride dell’altro occhio. Ecco la sua storia, raccontata sul gruppo Facebook “NO AL BULLISMO NELLE SCUOLE”: “il bullismo iniziò alle elementari, venivo picchiato da 4 bambini. Le maestre sapevano e vedevano, ma non facevano nulla. Io per paura non dicevo nulla ai miei genitori“, racconta la vittima.
Il racconto prosegue: “Un bambino mi diceva “adesso i tuoi occhi sono diventati tutti e due azzurri, adesso tutti e due marroni, noooooo sono diventati di nuovo cosi”. Un altro bambino invece mi diceva “sai perché hai gli occhi cosi? Perché tua madre quando era incinta di te si stava vedendo un film horror e dallo spavento si è messa ad urlare”. Alle superiori tornò l’incubo, insulti e botte che mi portarono a sentirmi uno schifo, nomignoli sgradevoli. Adesso su Facebook a volte mi capita di leggere messaggi del tipo “hai un occhio di vetro? Sei un husky? Vedi bene? Che strani occhi io al posto tuo mi vergognerei, ecc”, ha concluso il ragazzo vittima di bullismo.
Insomma, chiaramente il bullismo, associato anche alle violenze perpetrate sui social network, continua a essere una piaga sociale un po’ ovunque. La speranza è che molti altri ragazzi in difficoltà raccontino la propria storia, affinché il fenomeno possa andare scemando. Di vitale importanza è però il ruolo di genitori, educatori e professori: occorre istruire fin da subito i bambini, per evitare che si trasformino in bulli causando sofferenze ai loro compagni e coetanei. Ma la vera domanda è questa: c’è la volontà di farlo? O, come spesso accade, si ignora il problema fingendo che non esista?
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