9 Ottobre 2024 - 11:24

Bullismo in Classe: Il Consiglio di Stato Negherà l’Accesso alla Relazione della Psicologa per Segreto Professionale

Il Consiglio di Stato stabilisce che le relazioni delle psicologhe su casi di bullismo scolastico sono coperte da segreto professionale, negando l'accesso ai genitori delle vittime

Bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 7658 del 19 settembre 2024, ha chiarito un importante aspetto riguardante la tutela della riservatezza nelle scuole in casi di bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa. I giudici hanno negato ai genitori di una studentessa, costretta a cambiare scuola a causa di atti di prepotenza e bullismo da parte di un compagno di classe, l’accesso alla relazione redatta dalla psicologa intervenuta nella classe.

Il Caso

La vicenda riguarda una ragazza che ha subito episodi di bullismo all’interno della sua classe. A seguito di questi eventi legati al bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa, la scuola aveva richiesto l’intervento di una psicologa per prestare supporto all’intero gruppo classe. I genitori della studentessa, nel tentativo di comprendere appieno la situazione e le dinamiche emerse, avevano richiesto l’accesso alla relazione stilata dalla professionista.

Tuttavia, sia l’istituto scolastico che la psicologa hanno negato questa possibilità, sostenendo che il documento fosse coperto da segreto professionale e inerente a bullismo a scuola. Di conseguenza, i genitori hanno presentato ricorso, giungendo fino al Consiglio di Stato dopo una prima pronuncia negativa.

La Decisione del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità del rifiuto opposto dalla scuola e dalla psicologa riguardo al bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa. Nella sentenza, i giudici hanno sottolineato che il diritto di accesso agli atti amministrativi, previsto dalla legge n. 241 del 1990, trova un limite nei casi in cui vi siano segreti o divieti di divulgazione espressamente previsti dalla legge, come appunto il segreto professionale.

“Il diritto di accesso deve essere escluso nei casi in cui siano presenti segreti e divieti di divulgazione espressamente previsti dalla legge”, si legge nella sentenza. Il segreto professionale, in questo contesto, serve a tutelare non solo gli individui coinvolti, ma anche la libertà e l’indipendenza della professione psicologica.

Il Ruolo della Psicologa e il Segreto Professionale

La Corte ha evidenziato come la psicologa abbia operato non solo in riferimento alla singola studentessa, ma nei confronti dell’intero gruppo classe. La relazione terapeutica, quindi, coinvolgeva le dinamiche di un’intera comunità di individui, rendendo ancora più rilevante la necessità di mantenere la riservatezza sul bullismo a scuola.

Anche il consenso alla divulgazione da parte dei singoli studenti o dei loro genitori non sarebbe stato sufficiente per superare il vincolo del segreto professionale. “Il consenso del singolo o di tutti i componenti giammai avrebbero potuto sollevare il professionista dal relativo obbligo di riservatezza”, afferma la sentenza.

Tutela della Libertà Scientifica e Professionale

Un altro aspetto fondamentale sottolineato dal Consiglio di Stato riguarda la tutela della libertà scientifica e professionale. Il segreto professionale è posto a garanzia della libertà di scienza, che deve essere assicurata ai professionisti nel campo intellettuale.

I giudici hanno rimarcato che senza la garanzia di riservatezza delle valutazioni e delle opinioni espresse dai professionisti durante l’attività lavorativa, la loro libertà potrebbe essere seriamente compromessa, specialmente in situazioni di bullismo a scuola. Questo principio è sancito dall’articolo 33 della Costituzione italiana, che tutela la libertà dell’arte e della scienza e ne garantisce l’insegnamento.

Conclusioni

La decisione del Consiglio di Stato ribadisce l’importanza del segreto professionale nel contesto scolastico, specialmente quando si tratta di interventi psicologici rivolti a gruppi di studenti. Questa tutela serve non solo a proteggere la privacy degli individui coinvolti, ma anche a garantire l’indipendenza e l’efficacia dell’operato dei professionisti. Bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa sono temi centrali.

Per i genitori e gli operatori scolastici, questa sentenza rappresenta un punto di riferimento importante, evidenziando la necessità di rispettare i confini della riservatezza professionale anche quando si è coinvolti in situazioni delicate come quelle legate al bullismo a scuola e segreto professionale della psicologa.