Buoni pasto: Consip chiude con Qui! Group. E ora?
A causa di “gravi e reiterati inadempimenti alle condizioni contrattuali” Consip ha rescisso l’accordo con Qui! Group, società che fornisce buoni pasto a dipendenti pubblici e di enti locali di diverse città italiane
Nel 2017 la Consip ha stipulato una convenzione con la società Qui! Group con l’obiettivo di fornire ai dipendenti pubblici e di enti locali di diverse città italiane (Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta, Lombardia e Lazio), buoni pasto spendibili e rimborsabili.
Ma già a gennaio 2018, le prime segnalazioni di disservizi legati all’indisponibilità dei buoni pasto oltre che al mancato rimborso degli stessi da parte della società nei confronti dei gruppi di ristorazione convenzionati, hanno spinto la Consip ad avviare indagini capillari e sistematiche affidate ad un ente esterno, che oggi si sono concluse con la rescissione ufficiale del contratto.
Il Ministro Giulia Bongiorno sul piede di guerra
Sgomento per la vicenda è stato espresso anche dal Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno che ha già dichiarato di essersi rivolta agli organismi competenti per fare luce su una vicenda definita intollerabile, che ha causato perdite per i lavoratori di circa 140 Euro mensili.
Plaude alla fermezza del Ministro, Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil: “Ciò che ha rilevato la Consip è grave. E’ importante che ai lavoratori siano nuovamente riconosciuti buoni pasto spendibili o che, comunque, gli siano rimborsati i costi della pausa pranzo”, ha detto. Poi promette di rendere più stringenti i criteri di selezione delle aziende convenzionate.
Massimiliano Dona, Presidente dell’Unc, ha le idee ancora più chiare: “I ticket già in possesso dei lavoratori dovranno essere al più presto sostituiti con quelli della nuova azienda convenzionata. Ma visto che il nuovo accordo non sarà operativo prima di Dicembre, è necessario trovare adeguate misure di compensazione per i mesi da Luglio a Dicembre“, ha detto. Dona ha poi chiesto un incontro urgente con il Governo e, qualora non fossero trovate condizioni adeguate, si è detto pronto a mettersi alla testa di una class-action dei dipendenti contro la Pubblica Amministrazione.
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