19 Luglio 2023 - 11:59

Caldo record in Italia, Inps: “cassa integrazione per il troppo caldo”

Allarme caldo: oggi bollino rosso in 23 città. "Oltre i 35° si può chiedere cassa integrazione" comunica l'Inps

ondata di caldo

La giornata di oggi, mercoledì 19 luglio, probabilmente sarà la giornata più calda del 2023 a causa dell’anticiclone africano. Per questo motivo, il Ministero della Salute, nel suo quotidiano bollettino sulle ondate di calore, ha previsto il bollino rosso per la quasi totalità delle città italiane, ben 23, in aumento rispetto alla giornata di ieri: si tratta di Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Trieste, Torino, Venezia, Verona e Viterbo. A Milano e Reggio Calabria, segnalate con bollino arancione, si respirerà invece un po’ di più.

Cassa integrazione per il troppo caldo

L’ondata di caldo che sta investendo l’Italia in questi giorni rende difficile svolgere alcuni lavori, per tale motivo in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono dare titolo alla cassa integrazione ordinaria: lo prevede l’Inps dal 2017, come emerge da un decalogo dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature.

“Possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale. Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore”.

L’Inps ha avvertito che i fenomeni climatici estremi sono stati posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro e nel 2022 ha dato indicazioni su quali sono i settori per i quali si può chiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di temperature superiori ai 35 gradi.

“Ne sono esempio – si legge – i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”.