5 Maggio 2016 - 19:22

Camorra, confiscato impero clan da 80 milioni a Roma

Roma

Sono 28 gli esercizi commerciali interessati dal provvedimento dei carabinieri del Comando provinciale di Roma. Dalle indagini è emerso che i tre fratelli imprenditori coinvolti sarebbero stati “stabili riciclatori” per conto della camorra napoletana

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Roma – I carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito la confisca di beni per 80 milioni di euro a quattro imprenditori, ritenuti coinvolti in traffici illeciti gestiti dalla camorra napoletana. Già nel 2014 i carabinieri del Comando provinciale di Roma sequestrarono tutte le attività commerciali nel centro storico della Capitale che facevano capo agli imprenditori Righi, il volto pulito della camorra, in particolare del clan Contini. Oggi quell’impero di 28 esercizi è diventato patrimonio dello Stato.

E’ stato un duro colpo quello inflitto dal tribunale nei confronti degli imprenditori Luigi, Antonio e Salvatore Righi e di Alfredo Mariotti, furono i primi tre arrestati nel gennaio 2014 nel contesto dell’indagine “Margarita”, meglio nota come operazione “Pizza Ciro”. Una nuova ordinanza per misure cautelari nei confronti di Antonio e Salvatore Righi era stata disposta anche nel marzo del 2015. I 28 esercizi commerciali coinvolti comprendo bar, ristoranti-pizzerie, 41 beni immobili, 385 rapporti finanziari-bancari, 76 veicoli, 77 società, 300mila euro di denaro contante rinvenuti nel corso delle operazioni.

Camorra carabinieriLa famiglia Righi fu inoltre coinvolta nel sequestro di persona a scopo di estorsione di Luigi Presta, avvenuto a Napoli nel 1983. All’epoca, Ciro, la moglie e i figli Luigi, Salvatore e Antonio Righi furono arrestati, poiché sospettati di aver riciclato parte del riscatto di un miliardo e settecento milioni di lire pagato dalla famiglia Presta per ottenere la liberazione del loro parente, a conclusione di un tortuoso iter giudiziario, Luigi e Salvatore furono condannati per riciclaggio.

Le indagini hanno dimostrato che l’impero economico dei fratelli Righi veniva gestito con modalità illecite, mediante una rete di società intestate a prestanome, finalizzate al reimpiego e all’occultamento di ingenti risorse economiche di provenienza illecita ed alla sottrazione delle imprese acquisite e gestite con il denaro sporco a possibili misure di prevenzione patrimoniale.

Inoltre i Carabinieri di Roma hanno rivelato la vicinanza di Antonio Righi anche al clan Mazzarella, avendo lui svolto attività di riciclaggio e supporto logistico per conto di Oreste Fido, reggente del gruppo di Paolo Ottaviano operante in zona Mercato-Santa Lucia. A Napoli dopotutto, la famiglia Righi ha negli anni mantenuto delle basi operative rappresentate da alcuni locali e dal centro sportivo e dalla società sportiva “Mariano Keller”, titolare di una squadra di calcio attualmente attiva nel campionato di Serie D girone H.

I Righi hanno nel tempo investito importanti somme di denaro nel mondo del calcio delle serie minori e, in tale ambito, le indagini hanno svelato un intervento del clan Contini, su richiesta di Salvatore Righi, nei confronti di alcuni calciatori del Real Marcianise, affinché perdessero un incontro con il Gallipoli Calcio che, a conclusione della stagione 2008/2009 del campionato di Lega Pro, girone B, aveva bisogno di una vittoria, effettivamente avvenuta, per accedere alla serie B. L’accertamento del collegamento tra i tre fratelli Antonio, Luigi e Salvatore Righi al clan camorristici napoletani ha determinato lo spostamento da Roma a Napoli della competenza giurisdizionale sul procedimento, con il conseguente invio degli atti alla Procura della Repubblica di Napoli.

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