Caos a Bruxelles: Recovery Fund slitta ancora. Cosa aspettarci?
Europarlamento e Consiglio UE non trovano un accordo. Ecco come il braccio di ferro per il nuovo piano di bilancio rischia di rimandare ancora una volta il Recovery Fund
Doveva essere la settimana decisiva questa per Bruxelles dove si sarebbe dovuto decidere il piano di Bilancio per i prossimi 7 anni e di conseguenza il piano di erogazione del Recovery Fund. Ma tra le due parti è un braccio di ferro infuocato.
Eurocamera e Stati membri non trovano un accordo e l’impasse rischia di far slittare l’approvazione del pacchetto. Questo significa che il Recovery Fund ritarderà ulteriormente.
Perché non si trova un accordo?
Perché le due parti non riescono a trovare un accordo soprattutto in questi mesi super caldi in cui l’incubo coronavirus incombe sull’Europa e rischia di bloccare di nuovo l’economia europea con un nuovo lockdown. La legge di bilancio e, di conseguenza, l’erogazione dei fondi destinati al Recovery fund rischiano di ritardare. Il ritardo non è accettabile da paesi, come l’Italia, che su quei fondi ha costruito il proprio piano di bilancio.
Quali sono le ragioni che hanno portato allo scontro? Da una parte il Consiglio Europeo che il 21 luglio scorso ha raggiunto un accordo molto sofferto sul Recovery Fund e sul prossimo bilancio dell’Unione stabilendo che sarebbe stato pari a 1.074,3 miliardi. L’equilibrio trovato per soddisfare le richieste dei diversi governi ha portato al taglio delle risorse destinate ad alcuni programmi faro ritenuti fondamentali dal Parlamento Ue, come l’Erasmus, il sostegno alla ricerca, alla politica di vicinato e per l’asilo.
E qui, sul taglio di progetti ritenuti fondamentali, che si crea il primo scontro. L’Eurocamera chiede maggiori fondi per 15 capitoli di spesa, nuove risorse proprie certe, rafforzamento dello Stato di diritto, partecipazione alla governance del Recovery Fund.
L’importanza del Recovery Fund
L’Italia, come gli altri paesi europei più colpiti dalla pandemia coronavirus, rischia di vedere sfumare gli obiettivi proposti dal governo in questi ultimi mesi per salvare l’economia. Il Recovery Fund, terreno di scontro durante il lockdown, è diventato ben presto un dato di fatto e tutto il governo sta lavorando per creare piani adeguati per accedere ai fondi. Digitalizzazione del paese, lotta all’inquinamento e allo spreco, istruzione e abbattimento delle disuguaglianze e ovviamente, un ripristino e un rafforzamento delle strutture sanitarie.
Se l’Europarlamento ritarderà ancora l’erogazione dei fondi, l’Italia rischierebbe di rimanere fuori dai giochi. Un rischio importante per un paese che vive costantemente nell’ansia di ritornare in un nuovo lockdown.
Il Mes come bilanciere
Anche la questione Mes è ancora accesa e il dibattito se accettare o meno questi aiuti europei non sembra essere ancora arrivato al capolinea. Da una parte i sostenitori, Berlusconi e Forza Italia in primis, che da mesi sostengono che non accettare soldi messi a disposizione dall’Unione Europea sarebbe assurdo; dall’altra chi continua a sostenere di non voler sottostare alle rigide regole di austerity dell’Europa in caso di accettazione del Mes.
Il dibattito politico potrebbe leggermente cambiare: l’Italia ha bisogno di fondi e il Recovery Fund tarda ad arrivare. La domanda da porsi ora è: possiamo accettare il Mes nell’attesa del Recovery?
Il governo è chiamato a rispondere a questo quesito. Il Mes con le condizionalità comporta un controllo da parte della commissione europea che, però, si limiterà a verificare che i fondi siano usati per le spese sanitarie dirette e indirette legate all’emergenza Coronavirus. Potrebbe essere una soluzione questa visto l’aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane.
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO
Italia Under 21, altri tre positivi: due giocatori e un membro dello staff