Carige, Di Maio riesce a fare i nomi, ma sono sbagliati
Nuova gaffe del ministro del Lavoro sullo scandalo Carige. Arrivano subito le smentite sui retroscena dello scandalo raccontate in conferenza
Se non altro, Di Maio ha fatto una sacrosanta cosa. Per la prima volta, ha reso pubblici gli scandali che intrecciavano Banca Carige con la politica, l’alto mondo della finanza e l’imprenditoria e che hanno mandato a gambe all’aria la stessa banca. Dopo di ciò, però, il ministro ha fatto una cosa molto singolare.
Oltre a indicare fra i nomi e cognomi quelli già scritti da anni dagli odiati “giornaloni“, mette nell’elenco dei cattivi alcuni ex consiglieri del CDA. Ma questi ultimi sono stati ritenuti privi di responsabilità nelle vicende Carige da Bankitalia e dalla procura di Roma. Una gaffe, l’ennesima, e non di poco conto.
“La crisi della banca è dovuta alla gestione scellerata non solo per l’incompetenza dei manager ma anche per le commistioni della politica.” ha dichiarato Di Maio.
Quando poi ha deciso di svelare chi c’è dietro, ha citato gli ex consiglieri Alessandro Scajola, fratello dell’ex ministro Claudio, Luca Bonsignore, figlio dell’ex eurodeputato Vito, Giovanni Marongiu, sottosegretario di Prodi, e Alessandro Repetto, parlamentare dell’Ulivo.
Ma i primi due sono stati rinviati a giudizio, Marongiu non era neppure mai stato individuato da Bankitalia come responsabile di comportamenti che potessero aver occultato le manovre di Berneschi. Quanto a Repetto, pochi giorni fa la procura di Roma ne ha chiesto il proscioglimento assieme ad altri 6 ex consiglieri.
Insomma, la vicenda Carige è ancora avvolta nel mistero, in quanto i nomi fatti sono incredibilmente sbagliati. L’ennesima gaffe di un ministro che, adesso, assume connotati davvero grotteschi.
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