Caro carburante, oggi nuovo vertice tecnico
Oggi ci sarà una nuova riunione, al Ministero delle Imprese, per esaminare tutte le problematiche sul tema Caro carburante
Oggi ci sarà una nuova riunione, al Ministero delle Imprese, per esaminare tutte le problematiche sul tema Caro carburante. Le premesse in campo non sono molto positive, anzi, peggiorano dopo la notizia dell’indagine dell’Antitrust.
Fegica, Figisc Confcommercio e Faib Confesercenti, deluse dopo la decisione del governo sul caro carburante. La filiale ha avvertito dicendo che “se entro oggi non si ripartirà dal decreto sulla trasparenza dei prezzi, sarà confermato lo stop generale”. Il governo ha approvato pochi giorni fa il decreto ufficialmente sulla gazzetta, che ha provocato la serie di proteste.
I punti critici del nuovo decreto carburante creano agitazione
Tra le novità del decreto, abbiamo i buoni benzina fino a 200 euro detassati nel 2023, il bonus trasporti, il ritorno dell’accisa mobile. E’ inoltre reso obbligatorio per i gestori esporre nei distributori cartelloni con il prezzo medio regionale dei carburanti, con relative sanzioni fino a 6.000 euro. Infine abbiamo il rafforzamento del ruolo di “Mr Prezzi”. Ma le associazioni dei benzinai si dicono preoccupate per le multe e potrebbero decidere di confermare lo sciopero del 25 e 26 gennaio.
Se da un lato abbiamo questo irrigidimento delle società gestori delle fonti energetiche, anche i benzinai, dopo la notizia dell’indagine dell’Antitrust , hanno ricominciato a protestare. L’indagine ha portato alla luce il fatto che alcune compagnie petrolifere non abbiano vigilato sui prezzi applicati alla pompa, come previsto dalle nuove disposizioni normative.
Si prevedono scioperi anche nelle prossime settimane. Per l’incontro di oggi, la filiera ha programmato una serie di richieste, ed è disposta a contestare due punti del decreto in particolar modo.
Il primo punto riguarda l’obbligo di esporre un nuovo cartello con i prezzi medi regionali. Il secondo punto da rivedere, secondo la filiale, prevede l’inasprimento (definito inaccettabile) delle sanzioni da pagare, considerate “sproporzionate e che non fanno deterrenza”.
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