17 Febbraio 2016 - 11:52

Il caso Spotlight, una delle pagine più nere della chiesa cattolica

Spotlight, prima di essere un film è una storia forte che narra una delle pagine più nere della chiesa cattolica

[ads1]Il caso Spotlight è un film che racconta di un’inchiesta, iniziata nel 2001 per mano di un gruppo di giornalisti investigativi aggregato sotto il nome di “spotlight” e facente parte del Boston Globe. L’inchiesta approfondì le vicende legate ad oltre settanta preti della comunità di Boston che abusavano di minori, mentre la chiesa li copriva, spostandoli da una comunità all’altra.

La comunità fa crescere i bambini, ma è la stessa che ne abusa

I preti rimasero impuniti per molti anni fino a quando il gruppo “spotlight” non raccontò la vicenda documentando il primo articolo con prove che dimostravano anche il coinvolgimento di tutto il sistema ecclesiastico. Un’inchiesta che mise in discussione la comunità come luogo di protezione e di forza, quella stessa comunità che, come dice uno dei protagonisti abusava dei suoi figli.
La storia vera narrata nel film di Thomas McCarthy racconta il marcio del mondo ecclesiastico, una verità che ha sconvolto non solo i cattolici praticanti, ma tutto il mondo, a dimostrazione del fatto che non basta dire “comunità” per sentirsi al sicuro, che non necessariamente un prete è immagine di sicurezza e di conforto e che chiunque abusi di un minore merita di essere punito anche se in “missione per conto di Dio”.

S_09159.CR2Il caso Spotlight è un film che funziona bene per il forte tema di attualità supportato sapientemente da un cast di fuoriclasse. Un film corale in cui ciascun personaggio riesce a farsi notare e questo grazie alle capacità di Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slatter, Billy Crudup e Stanley Tucci.

Ciascuno di questi interpreti che negli ultimi anni abbiamo apprezzato in film e serie tv importanti, hanno saputo lasciare il segno e, per i nostalgici, riportarci al modello di All President’s Men (Tutti gli uomini del Presidente) e al modello della serie The Newsroom. Tutti questi esempi ci ricordano che il giornalismo, quello vero, è un mestiere e che storie come quelle raccontate in questo film sono quelle che meritano di essere raccontate a dovere perché svegliano le coscienze e aprono gli occhi di coloro che per anni si sono fatti ingannare da notizie false o in parte insabbiate.

Un altro aspetto interessante del film è che i giornalisti che il regista ci racconta sono esseri umani, non eroi, uno di loro aveva in mano il materiale per la storia anni prima e tuttavia non si interessò della vicenda, condannando molti altri bambini a subire delle violenze. Questa umanità rende il film vero permettendoci di sentirlo più vicino a noi.[ads2]