9 Aprile 2015 - 11:01

Chiude la PEC governativa: ecco come avere la nuova

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La posta elettronica certificata (più comunemente PEC) governativa cessa la sua funzione. Ecco come rimediare

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Entro il 17 luglio, i 622.000 insegnanti italiani (o aspiranti tali) dovranno cambiare la loro casella PEC, che consente a un messaggio di posta elettronica di avere valore legale al pari di una raccomandata con ricevuta di ritorno.

I docenti hanno finora usato questo canale di dialogo con la P. A. (Pubblica Amministrazione), nel caso specifico col Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), per ricevere e inviare le comunicazioni circa gli incarichi e le supplenze da svolgere nell’anno scolastico.

Fino al 17 luglio luglio sarà permesso ai possessori di PEC di consultare la propria posta che, quindi, funzionerà solo in modalità ricettiva: dopo tale data il servizio verrà gradualmente interrotto per far confluire tutti i messaggi di posta certifica verso i sistemi di PEC canonici, ordinariamente adoperati nelle comunicazioni tra imprese, cittadini e professionisti.

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Cosa dovranno fare quindi i docenti per ricevere le convocazioni dalle scuole? Potranno semplicemente richiedere una casella PEC (gratuita il primo anno) a uno dei seguenti 3 gestori: Aruba PEC, Infocert, Postecom. La richiesta va fatta direttamente a uno dei 3 gestori suddetti: per conoscere le caratteristiche dei servizi offerti consultate la pagina in merito dell’Agenzia per l’Italia digitale. Una volta attivata la nuova PEC gli interessati dovranno modificare il proprio indirizzo mail certificato nel loro account personale sul sito del Miur, più precisamente nelle sezione delle istanze online.

I costi si aggirano attorno ai 5 euro annuali (più l’IVA) e lo spazio offerto è pressoché simile. Al netto delle preferenze per uno dei 3 gestori, va sottolineata l’importanza della posta elettronica certificata per adempiere tranquillamente via web svariate operazioni, come sollecitare informazioni, inviare e ricevere documenti e comunicazioni senza doversi per forza recare di persona negli uffici della Pubblica Amministrazione.

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