15 Marzo 2022 - 11:58

Claudia D’Ottavi: Fiordaliso e le altre

Notre Dame De Paris è in scena fino al prossimo 5 Aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano: a vent’anni dalla prima volta, Claudia D’Ottavi torna nei panni di Fiordaliso

Claudia D'Ottavi Fiordaliso Notre Dame

Notre Dame De Paris è in scena fino al prossimo 5 Aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano: a vent’anni dalla prima volta, Claudia D’Ottavi torna nei panni di Fiordaliso

Nel 2022 “Notre Dame de Paris” festeggia il ventennale dalla sua prima messa in scena italiana e lo fa con una lunghissima tournèe che, partita dal Teatro degli Arcimboldi di Milano lo scorso 3 Marzo, toccherà l’intero Stivale per tutto l’anno. Sul palco il cast originale dell’opera, scritta da Riccardo Cocciante e Luc Plamondon (il libretto italiano è di Pasquale Panella), che include anche Claudia d’Ottavi, storica interprete della giovane e algida Fiordaliso, ospite della terza puntata de “IL TALK DEL VENERDI'” di Zon.it (disponibile qui)

“Negli anni mi ero un po’ distaccata dal mondo del musical, facendo altro. Consideravo Notre Dame un’esperienza chiusa. Poi, durante il lockdown la produzione ha cominciato a chiamarmi, chiedendomi cosa ne pensassi di tornare nei panni di Fiordaliso (…) All’inizio ero un po’ dubbiosa: è passato tanto tempo, temevo di non essere più giusta per il ruolo. Oggi invece sono felice di dire che la magia continua e di essere tornata sul palcoscenico con un ruolo così importante per la mia carriera”.

Un ruolo a cui Claudia D’Ottavi, che oggi ha deciso di tornare al suo colore di capelli naturale e che per questo sul palcoscenico indossa una fluente parrucca bionda, è arrivata per caso: “Fu la mia insegnante di canto a propormi di preparare le audizioni. Incisi due cavalli di battaglia, Cavallo Bianco dei Matia Bazar e Knock on Wood di Amii Stewart e li mandai alla produzione (…) Le ultime audizioni le facemmo in 3000 all’Ambra Jovinelli di Roma. Io ero molto tranquilla, con la sfrontatezza tipica dei vent’anni. Qualche giorno dopo David Zard telefonò a casa mia per comunicarmi che avevano scelto me come Fiordaliso”.

Il rapporto con la sua nemesi di scena, Claudia D’Ottavi non esita a definirlo,  almeno sulle prime, “complicato”: “Ci vedevo molto diverse. Venivamo da due epoche lontanissime, lei è nobile, rigida. Io invece sono stata sempre una ragazza molto semplice (…) Al tempo ti avrei detto che non avevamo proprio niente in comune. Oggi, invece, mi rivedo nella sua leggerezza, l’innocenza, almeno quella del primo atto, che ho cercato di conservare nonostante sia cresciuta nel frattempo”.

Ritrovare la leggerezza tipica dell’età adolescenziale, far uscire dal guscio il suo fanciullino: è questo il filo d’Arianna che ha guidato Claudia d’Ottavi per il suo ritorno sulla scena nei panni di Fiordaliso: “Quando prende una nota, Fiordaliso è eterea. Con Riccardo Cocciante abbiamo lavorato molto per ritrovare una certa leggerezza nella mia voce, che negli anni è cambiata e non era quasi più abituata al musical”

Un lavoro “per sottrazione” che ha riguardato anche l’interpretazione tout-court: “Negli anni il metodo si è quasi capovolto: quando ero più piccolina, mi sentivo molto più a mio agio nel primo atto. Oggi, che sono più donna e con un ventennio di esperienza artistica e personale alle spalle, riesco a mettere più passionalità in un brano come La Cavalcatura. Gioco molto più di istinto”.

Tra le liriche più belle di “Notre Dame de Paris”, seconda forse solo ad Ave Maria Pagana, “La Cavalcatura”, è il perfetto compendio musicale dell’essenza duale di Fiordaliso ,come duali sono tutti i personaggi dell’opera. Come può una ragazza così pura, il bianco della sua veste ne è un chiaro simbolo, essere capace di pronunciare parole tanto infuocate, “Ti amerò se tu mi giuri, che morirà la Zingara”?

“Per Febo, Fiordaliso è solo la sua promessa sposa, a quel tempo era una consuetudine combinare i matrimoni. Lei, invece, di lui è profondamente innamorata”, chiarisce Claudia D’Ottavi, “Direi quasi che Febo per Fiordaliso a un certo punto diventi un’ossessione”.

Ed è qui, dove forse nessuno mai prima lo aveva cercato, l’ennesimo tema che rende attuale ancora oggi un’opera totale come “Notre Dame de Paris”: quella di Fiordaliso nei confronti di Febo è una vera e propria dipendenza amorosa.

“Quest’opera è piena zeppa di riferimenti all’attualità, alla vita vera. Pensa solo al tema della diversità, la zingara, i clandestini”. Quale dev’essere dunque il ruolo dell’artista in una realtà sempre più cruda e che lascia sempre meno spazio vitale all’armonia? “Sembrerà banale, ma tutto quello che possiamo fare è regalare un sogno, regalare leggerezza a chi ci viene ad ascoltarci. Portare attraverso la musica un messaggio di pace”.

Allevata artisticamente da tre grandi voci della musica internazionale, Whitney Houston, Mariah Carey e Celine Dion, Claudia d’Ottavi oggi guarda con particolare interesse alla scena indie italiana: “Rispetto a prima, che il fulcro era la voce, oggi i progetti che le artiste propongono sono legati a doppio filo con quello che scrivono. C’è una generazione di giovani cantautrici a cui guardo con interesse. In particolare, mi piace molto Levante e sono rimasta piacevolmente colpita da Ditonellapiaga”.Quest’ultima è  entrata nei consumi musicali mainstream dopo la sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo in coppia con Rettore (il brano è “Chimica”) ed ha da poco pubblicato il nuovo album Camouflage.