16 Febbraio 2022 - 09:51

Concessioni balneari, cosa cambia dal 1 Gennaio 2024

Approvati ieri gli emendamenti al Dl Concorrenza che imprimono una riforma strutturale al settore delle concessioni balneari: sostenibilità e trasparenza i principi cardine

concessioni balneari

Approvati ieri gli emendamenti al Dl Concorrenza che imprimono una riforma strutturale al settore delle concessioni balneari: sostenibilità e trasparenza i principi cardine

Gli emendamenti al Dl concorrenza approvati ieri prevedono una serie di riforme strutturali in materia di concessioni balneari che entreranno in vigore dal 1 Gennaio 2024.

Tra le misure previste, un adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate, un adeguato equilibrio tra tariffe e servizi offerti (per contrastare il cosiddetto caro-ombrellone), la riduzione dell’impatto sull’ambiente e il miglioramento delle condizioni di fruibilità del demanio da parte delle persone con disabilità.

Il bando per l’affidamento delle concessioni balneari dovrà essere avviato almeno dodici mesi prima della loro scadenza, nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità.

Gli emendamenti al Dl concorrenza in materia sono altresì un impegno alla partecipazione al bando di gara di microimprese e piccole imprese, nonché enti del terzo settore.

I requisiti per i concessionari

Cambiano i requisiti anche per i concessionari: i bandi sono aperti a chi ha esperienza di almeno cinque anni nel settore, tuttavia non si tratta di un requisito preferenziale per non impedire l’ingresso di nuovi competitor sul mercato, e per coloro i quali le concessioni balneari abbiano rappresentato l’unica fonte di reddito nei cinque anni precedenti il 1 Gennaio 2024.

Ribadita l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla qualità dei servizi, la riforma delle concessioni delle aree demaniali chiede che i concessionari mantengano trasparenti i loro investimenti, dichiarati e programmati per tempo, e aggiunge una sorta di “clausola sociale” per garantire la stabilità occupazionale di coloro che sono stati impiegati dal concessionario uscente.