25 Gennaio 2022 - 17:04

Coppa d’Africa, la rivincita dei più deboli: da Kamara “Fabianski” ad Alhadhur, portiere per un giorno

Due storie senza il classico lieto fine

ounahi

Le favole spesso hanno un lieto fine da raccontare, qualcosa di bello da ricordare: la Coppa d’Africa c’ha insegnato ad apprezzare la sconfitte. Una competizione in cui per ora è successo di tutto, quasi da calcio dilettantistico con alcuni sprazzi di qualità. La Sierra Leone e le Comore si candidano sicuramente ad un oscar come attori non protagonisti. Due pagine scritte da due portieri, anzi, uno di ruolo ed un altro in prestito dalla difesa.

Kamara “Fabianski”: c’è chi dice no

Avere il soprannome di un collega fa capire la natura di questo personaggio, la sua umiltà ed anche la sua vena di pazzia. In campo sempre allegro, una faccia da meme ed un portamento da idolo delle folle. Non è il solo ad avere un “secondo nome”, è una tradizione che non segue soltanto lui. Negli East End Lions ci sono altri 2 Mohamed Kamara: uno si fa chiamare Fabregas, l’altro Mahrez.

“Fabianski” si è reso protagonista contro la Costa d’Avorio per aver ipnotizzato Kessié dal dischetto, uno dei migliori rigoristi. Si è messo ulteriormente in mostra per il suo modo di fare, un portiere atipico, oltre la concezione del ruolo che oggi viene definito “moderno”. La favola è terminata ai gironi, ma sicuramente la storia da poter raccontare è ricca di contenuto.

Alhadhur, portiere per un giorno e simbolo della Coppa d’Africa

Le Isole Comore è l’altra Nazionale che ha colpito il cuore dei tifosi. La rivincita dei più deboli. In questo caso il percorso è andato anche oltre le aspettative. Passaggio del turno come migliore terza ed ottavi di finale contro il Camerun, una della squadre più esperte. La partita inizia già con un imprevisto: le Comore non hanno nessun portiere a disposizione causa Covid. Il ct sceglie allora di puntare su Alhadhur, terzino 30enne che gioca in Francia con l’Ajaccio. La preparazione alla partita segue il trend di tutta la Coppa d’Africa, al limite del surreale. Il traffico blocca la Nazionale e i giocatori sono costretti a cambiarsi sul pullman.

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Soltanto l’inizio di una serata da tramandare. Il portiere si è presentato con una maglia particolare, con il numero originale coperto con lo scotch. Lo show delle cose bizzarre prosegue con una serie di uscite di Alhadhur e addirittura alcuni miracoli, che mettono quasi in imbarazzo il Camerun.

Le difficoltà aumentano dopo appena sette minuti: espulso il capitano Abdou e Comore in dieci per tutta la partita. Nonostante l’uomo in più il Camerun trova numerosi problemi e vince soltanto di misura: 2 a 1 il risultato finale. Una sconfitta però soltanto sul campo, perché se nomini ora la Coppa d’Africa i primi due nomi cadono sul “Fabianski” africano e sul portiere per un giorno. Un momento può diventare un ricordo nell’istante in cui lo vivi, perché è così vero, così puro, e così importante, che vuoi catturarlo per sempre.”