9 Luglio 2020 - 11:13

Covid-19, da Bolsonaro a Trump: il nuovo virus del negazionismo

coronavirus

Oltre al Covid-19 nel mondo dilaga un nuovo virus: il negazionismo. Da Bolsonaro a Trump la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria che ha messo in pericolo la vita di milioni di persone

L’emergenza del Covid-19 oltre a mettere in pericolo la salute di milioni di persone ha portato a galla molte controversie in politica, come dimostrano i discorsi di Jair Bolsonaro, Donald Trump e altri leader dai toni populisti. A spaventare il mondo intero non è solo l’emergenza sanitaria del Covid ma un nuovo virus, quello del negazionismo. Se è vero che molti paesi hanno affrontato l’epidemia con tutti gli strumenti scientifici e sociali a disposizione, altrettanti leader hanno negato l’evidenza.

La gestione del Covid-19 in Brasile

Il caso più emblematico, dopo Johnson e Trump, è sicuramente quello di Jair Bolsonaro. Il presidente del Brasile ha sminuito l’emergenza sanitaria in corso nel paese arrivando a definirla una piccola influenza. Molte sue dichiarazioni inoltre hanno inorridito il mondo intero. “Mi dispiace per le vittime di Covid-19 ma moriremo tutti”. Questa frase che il presidente brasiliano ha pronunciato durante uno dei suoi tanti discorsi infatti è rimasta impressa nella mente di tutti. Ad attirare le critiche dall’opinione pubblica e dalla comunità scientifica è stata soprattutto la risposta dell’esecutivo brasiliano nella gestione del coronavirus.

Il Brasile infatti ha sempre rifiutato di chiudere i confini, infatti gli scambi e i viaggi non sono mai stati interrotti. Ovviamente a pagare le conseguenze di questi “sbagli politici” è stata la popolazione brasiliana. Nel paese infatti si è verificato un aumento esponenziale dei numeri di contagio.  Nel Paese infatti si contano 1,67 milioni di casi positivi. Mentre sono 66.868 i decessi per il nuovo virus. Ciononostante Bolsonaro ha più volte negato l’esistenza del virus poiché a suo dire “non ci sono prove di nulla”, fin quando non gli sono comparsi i primi sintomi. Poi il tampone positivo.

Il risultato del negazionismo di Donald Trump

La storia non è nuova. Nei primi mesi in cui è esplosa la pandemia la stessa sorte è toccata al primo ministro inglese Boris Johnson. Il negazionismo però ha tra i suoi maggiori adepti il presidente americano Donald Trump. Con i suoi toni populisti e i suoi continui attacchi alla Cina e all’Oms Trump si è dimostrato probabilmente il peggior leader nella gestione del Covid-19. Lunedì 6 luglio infatti l’America ha 130 mila decessi per coronavirus. Diventando così il paese con il tasso di mortalità più alto al mondo. Senza poi considerare il cluster di contagi che in poco tempo è esploso nel paese. L’attività politica del Presidente americano è da considerarsi una delle cause dell’elevato numero di contagi. Trump infatti ha sempre criticato l’uso delle mascherine. Nei suoi discorsi inoltre ha costantemente sminuito la pericolosità del nuovo virus affermando che il Paese non può fermarsi davanti ad un’influenza. Imbarazzanti sono poi le affermazioni del leader che ha proposto di curare il virus con iniezioni di disinfettante.

In questi termini il negazionismo appare dannoso tanto quanto il Covid-19, forse un po’ di più se praticato da chi dovrebbe difendere la salute dei cittadini.