25 Ottobre 2017 - 15:34

Crisi “culinaria” in Francia: è finito il burro! Addio a baguettes e croissants?

il burro latita dalle cucine dei francesi

Il prodotto più utilizzato d’oltralpe latita dagli scaffali delle boulangeries francesi. “Tutto tornerà alla normalità“, tranquillizza il Ministro dell’Agricoltura Travert

Se Maria Antonietta di Francia fosse viva oggi, orde di francesi braccherebbero la reggia di Versailles, non già per chiedere pane ma… burro. E siamo pronti a scommettere che lei risponderebbe, con il carattere sprezzante che l’ha consegnata alle pagine dei libri di storia: “Che mangino margarina!”.

No, non state viaggiando su una macchina del tempo con problemi al motore, è tutto vero: da qualche giorno sugli scaffali dei supermercati di Francia non si trova più burro. La sua regale presenza è stata sostituita con un asettico cartello “Prodotto non disponibile” che, degno di una grida manzoniana, ha mandato in crisi migliaia di cittadini francesi.

Tutto questo ha delle indubbie conseguenze sull’identità culinaria d’oltralpe, visto che il burro è ingrediente fondamentale di molti dei prodotti della tradizione francese: che colazione all’ombra della Tour Eiffel sarebbe senza croissant? Che rivoluzione francese sarebbe stata senza le baguette tanto vituperate dalla succitata Sua Maestà?.

Ai problemi di “riconoscibilità” si aggiungono poi quelli, di certo molto più stringenti, di natura economica: la penuria di burro ha fatto infatti registrare un aumento dei prezzi dei prodotti a base di grasso animale fino al 92 %.

Certo, sopperire ad una tale mancanza, per il paese che è il secondo produttore di burro al mondo (dopo la Nuova Zelanda) ed il primo per il consumo pro-capite, non deve essere cosa da poco, “ma”, garantisce il ministro dell’Agricoltura Stephane Travert ai microfoni di Sud Radio “la situazione ritornerà presto alla normalità. Il burro non latiterà per molto tempo ancora dalle boulangeries francesi.”

Burro, mon amour

Le cause della “crisi del burro” nei supermercati d’oltralpe sono molteplici. La prima è, senza dubbio, l’aumento della richiesta di tale prodotto sulle tavole di tutto il mondo, dove per anni è stato demonizzato a favore della più “salutare” margarina. Ciò ha dirette conseguenze, poi, sulla quantità e la qualità del prodotto immesso sul mercato.

Anche in Italia la richiesta di burro, il più delle volte prodotto con l’eccedente del processo di scrematura del latte, sta conoscendo un significativo incremento, pur non riuscendo a scalzare dal gradino più alto del podio l’olio d’oliva, il re incontrastato della cucina italiana.

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