28 Giugno 2015 - 23:35

Crisi Grecia, domenica il referendum per il non default

accordo in extremis

Il referendum per accettare le condizioni dell’Europa per sanare la crisi della Grecia è stato indetto dal Parlamento greco per domenica 5 giugno. Tsipras: “Votate NO”

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La condizione della Grecia non è delle migliori e il premier Alexis Tsipras dice: «Combattiamo contro pratiche di cui l’Europa dovrebbe vergognarsi». La proposta di referendum per accettare o meno il piano dell’Europa è passata con 179 voti favorevoli e 120 contrari. Ai voti di Syriza si sono aggiunti quelli dei neo-nazisti di Alba Dorata. La situazione, che si era complicata venerdì notte con l’ultimatum dell’Europa alla Grecia, ora sembra essere peggiorata perché il popolo greco non è tutto con Tsipras, ma sta iniziando ad ascoltare le opposizioni. I tre leader di opposizione Antonis Samaras (Nea Dimokratia), Fofi Gennimata (Pasok) e Stavros Theodorakis (Potami) hanno avuto in questi giorni diversi incontri con le istituzioni europee. E puntano a mettere in piedi un esecutivo che sarebbe guidato dal volto nuovo della politica ellenica, Theodorakis: un noto giornalista televisivo che da appena un anno ha fondato il movimento centrista Potami (Il Fiume) classificandosi al terzo posto con il 7% alle ultime elezioni di gennaio 2015. Quindi, Tsipras deve giocarla bene la carta del referendum che fa comunque preoccupare i popoli della Grecia che dopo aver sentito le parole del premier ellenico ha fatto la corsa ai Bancomat. La decisione della Bce di non aumentare il limite di 89 miliardi di euro dei prestiti di emergenza (Ela) alle banche greche già sotto pressione da giorni ha fatto decidere il governo Tsipras per la chiusura di banche e Borsa; il Consiglio per la stabilità finanziaria greco ha raccomandato la chiusura delle banche per i prossimi 6 giorni lavorativi. È stato stimato che 1,3 miliardi di euro sono stati ritirati dai bancomat in tutta la Grecia.

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Ecco le parole di Alexis Tsipras al popolo greco nella notte del 27 giugno:

“Amici greci,

da sei mesi il governo greco combatte una battaglia in condizioni di soffocamento economico senza precedenti, per implementare il mandato che ci avete dato il 25 gennaio. Il mandato che stavamo negoziando coi nostri partner chiedeva di mettere fine all’austerità e permettere alla prosperità ed alla giustizia sociale di tornare nel nostro paese. Era un mandato per un accordo sostenibile che rispettasse la democrazia e le regoli comuni europee, per condurre all’uscita finale dalla crisi. Durante questo periodo di negoziazioni, ci è stato chiesto di mettere in atto gli accordi fatti col precedente governo nel “memorandum”, nonostante questi fossero stati categoricamente condannati dal popolo greco nelle recenti elezioni. Comunque, nemmeno per un momento abbiamo pensato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.

Alexis Tsipras

Alexis Tsipras

Dopo cinque mesi di dure contrattazioni, i nostri partner, sfortunatamente, hanno rilanciato all’eurogruppo di due giorni fa un ultimatum alla democrazia greca ed al popolo greco. Un ultimatum che è contrario ai principi fondanti ed ai valori dell’Europa, i valori del progetto comune europeo. Hanno chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possibilità di recupero dell’economia e della società greche. Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di incertezza ma accentua persino le disuguaglianze sociali. La proposta delle istituzioni include: misure per un’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, ulteriori riduzioni nel salario minimo del settore pubblico e incremento dell’IVA su cibo, ristorazione e turismo, eliminando inoltre le agevolazioni fiscali per le isole greche. Queste proposte violano direttamente fondamentali diritti europei, mostrano che riguardo a lavoro, uguaglianza e dignità, lo scopo di alcuni partners e istituzioni non è il raggiungimento di un buon accordo per tutte le parti, ma l’umiliazione dell’intero popolo greco. Queste proposte sottolineano in particolare l’insistenza del Fondo Monetario Internazionale in una dura e punitiva austerity, e sottolineano più che mai la necessità per i grandi poteri europei di prendere iniziative che conducano al termine della crisi del debito sovrano ellenico. Una crisi che colpisce altri paesi europei e che sta minacciando il futuro prossimo dell’integrazione continentale.

Amici greci,

in questo momento pesa sulle nostre spalle, attraverso le lotte ed i sacrifici, la responsabilità storica del popolo greco per il consolidamento della democrazia e della sovranità nazionale. La nostra responsabilità per il futuro del nostro paese. E la nostra responsabilità ci richiede di rispondere all’ultimatum sulla base del mandato del popolo greco. Pochi minuti fa alla riunione di gabinetto ho proposto l’organizzazione di un referendum, perché il popolo greco possa decidere in maniera sovrana.

Questa proposta è stata accettata all’unanimità.

Domani la camera dei rappresentanti sarà convocata d’urgenza per ratificare la proposta del gabinetto per un referendum la prossima domenica, 5 luglio, sull’accettazione o il rigetto della proposta delle istituzioni. Ho già informato della mia decisione il presidente francese e la cancelliera tedesca, il presidente della BCE e domani una mia lettera chiederà formalmente ai leader della UE ed alle istituzioni di estendere per pochi giorni il programma attuale in modo da permettere al popolo greco di decidere, libero da ogni pressione e ricatto, come richiesto dalla costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica europea.

Amici greci,

al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di ripresa economica, vi chiedo di risponde in maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci chiede.

Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.

La Grecia, il luogo di nascita della democrazia, manderà una forte e sonora risposta all’Europa ed al mondo. Mi impegno personalmente al rispetto dei risultati della vostra scelta democratica, qualsiasi essi siano. Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta onorerà la storia del nostro paese e manderà un messaggio di dignità al mondo. In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei popoli. Che in Europa non ci sono proprietari ed ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte fondamentale dell’Europa, e l’Europa è una parte della Grecia. Ma senza democrazia, l’Europa sarebbe un’Europa senza identità e senza bussola. Vi invito a mostrare unità nazionale e calma e fare la scelta giusta.

Per noi, per le generazioni future, per la storia dei greci. Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.”

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