12 Giugno 2015 - 11:06

De Luca e Saviano sulla camorra

De Luca interviene sul tema della camorra, chiamando in causa Saviano: “Si sta innamorando del suo personaggio”, per lo scrittore: “Parla come Berlusconi”

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Per Vincenzo De Luca: “Saviano ha dei grandi meriti, ma anche un limite. Sta innamorandosi del suo personaggio e della sua immagine“, dall’intervista rilasciata a Panorama l’ex Sindaco di Salerno incalza i toni: “In qualche momento sembra che abbia bisogna di inventarsela, la camorra, anche dove non c’è, altrimenti rimane disoccupato“.

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De Luca vs Saviano sulla camorra

Rispetto a tali dichiarazioni interviene anche Walter Verini, Capogruppo in Commissione Giustizia del PD: “Credo che tutti debbano riconoscere a Roberto Saviano un grande merito: i suoi libri, i suoi articoli, il suo coraggio civile hanno contribuito a colpire la camorra e i poteri criminali che infestano il Paese e la stessa Campania. Il suo impegno e le sue denunce hanno fatto sentire meno soli quei cittadini, quelle associazioni, quelle istituzione e quella Politica che si batte per la legalità. Per questo considero sbagliati nella sostanza, nel tono e nella forma, gli attacchi che De Luca ha fatto al giornalista-scrittore“.

Roberto Saviano, replica alle affermazioni di De Luca argomentando:Leggere le dichiarazioni di Vincenzo De Luca su Panorama mi fa tornare indietro ai tempi del governo Berlusconi. Le stesse parole, lo stesso stile. Non voglio soffermarmi a spiegare a De Luca cosa significa vivere sotto scorta scrive sul Blog – Mi limito a ricordargli che la camorra sta attanagliando la Campania, che Mafia Capitale ha scoperchiato un sistema che altrove avrebbe già fatto saltare l’intera classe dirigente del paese, che ci sono interi quartieri di Napoli che fanno da sfondo a racconti tratti dalle pagine delle inchieste in cui sono riportate le conversazioni raccolte con le intercettazioni telefoniche, non certo uscite dalla penna di un cinico scrittore di noir.  Anche le minacce di morte che ho ricevuto, sono scritte nero su bianco nella sentenza che ha condannato per mafia l’avvocato Michele Santonastaso e assolto i due boss di cui era difensore. Come è emerso dalla sentenza, contro me e altri fu lanciata una vera e propria chiamata alle armi“.

Lo scrittore conclude: “E poi mi spiace leggere nell’intervista a De Luca che un governatore invoca un ‘atto di rottura’ per legittimare una breccia che lo salverebbe dall’applicazione della legge Severino. Un vero atto di rottura sarebbe stato lasciare fuori dalle liste i pregiudicati e pretendere dal governo di riportare la criminalità organizzata ai primi posti dell’agenda nazionale“.

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