Decreto clima: perché rischia di essere solo uno “spot”
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al famigerato decreto clima. Ma sia i Verdi e sia Greenpeace si lamentano del poco impatto effettivo
Tutti quanti a seguire la moda. L’effetto Greta Thunberg si fa sentire in qualunque angolo della Terra, ormai, e anche in Italia non ci si lascia sfuggire l’occasione per rivitalizzare l’ambiente. Il decreto clima, che sancisce il nuovo provvedimento “verde” dell’Italia, ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Il problema, però, si pone subito, in quanto il reale impatto, secondo molti esperti del settore, potrebbe essere molto limitato.
Il decreto clima prevede un “buono mobilità” destinato ai cittadini che risiedono in comuni che superano i limiti di emissioni inquinanti indicati dalla normativa europea sulla qualità dell’aria. Il buono consiste in un contributo di 500 o 1.500 € per chi rottama rispettivamente un motociclo o un’auto fino alla classe Euro 3 entro il 31 Dicembre 2021 e potrà essere usato per acquistare abbonamenti di trasporto pubblico locale o biciclette anche a pedalata assistita.
Secondo Greenpeace, però, l’impatto della nuova misura inciderà davvero poco sulla lotta all’emergenza climatica in corso.
“Occorrerebbero provvedimenti ben più radicali. A partire da una seria svolta pro-rinnovabili e da una drastica rimodulazione dei sussidi ai combustibili fossili, la cui entità sarà chiara solo quando saranno noti i termini della legge di bilancio.”
Anche i Verdi ostacolano il nuovo decreto. Angelo Bonelli dichiara: “Il decreto clima approvato oggi è un accrocchio di norme. Alcune sono insignificanti, messe insieme per dare un titolo e fare finta di occuparsi seriamente dei cambiamenti climatici. Questo conferma gli obiettivi del piano clima ed energia approvato dal Governo Lega e M5S. Non rispetta minimamente gli accordi ONU di Parigi e i target europei sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulle rinnovabili.”
Insomma, rischia di essere solo uno “spot” per cavalcare l’onda.
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