5 Aprile 2019 - 16:31

Decreto crescita, arrivato il via libera (parziale) dal Governo

Decreto Rilancio Decreto Draghi

Il testo del decreto crescita è stato approvato. Ma potrà ancora subire modifiche. Sarà la carta principale del Governo per evitare la recessione

Settimane su settimane di bozze e annunci vari. Finalmente, però, la resa dei conti dovrebbe essere arrivata. Il Consiglio dei Ministri chiuso ieri in tarda serata ha approvato ufficialmente il Decreto Crescita. Ma, anche in questo caso, si tratta solamente di un’intesa parziale, con molto spazio per le modifiche e da mettere in discussione.

Del testo per far ripartire le imprese edili ancora non si ha la matematica certezza. Nelle intenzioni del Governo, il Decreto Crescita dovrebbe arginare il rallentamento dell’economia e offrire una possibilità di sviluppo alle imprese. Dal ritorno dei super-ammortamenti, fortemente richiesti dagli imprenditori, alla tutela dei marchi del Made in Italy, sono varie le misure contenute.

Si tratta di un piano di emergenza per la crescita in Italia, per fronteggiare le difficoltà europee.” ha dichiarato Luigi Di Maio.

Ecco quali sono le varie misure contenute all’interno della nuova misura.

Super ammortamento

Come già detto, sarà prorogata fino alla fine del 2019 la maggiorazione del 30% del costo che gli imprenditori sostengono quando investono in beni strumentali per la loro attività. Sono esclusi i veicoli. Altra riduzione: il 130% si applica sulla parte di investimenti oltre il limite di 2,5 milioni.

Mini Ires

L’Ires inserita nella Manovra va già in pensione. Al suo posto arriva un taglio dell’aliquota Ires, che parte quest’anno (dal 24 al 22,5%) per arrivare a scendere fino al 20% nel 2022. Ciò agevolerà gli utili reinvestiti o lasciati in azienda. La stima è che lo sconto sull’Imposta sui redditi delle società, a regime, costi 2,5 miliardi.

Imu

Alle imprese guarda anche uno sconto ulteriore dell’Imu pagata sugli immobili strumentali. La deducibilità dal reddito d’impresa sale dal 40 al 50 per cento, subito, per poi arrivare all’80% dal 2020. Dieci punti percentuali costano circa 80 milioni di €.

Made In Italy

Vi sarà una sorta di riscatto per le agenzie nazionalizzate. Arriva la definizione di “marchio storico” (di almeno 50 anni) e si istituisce un elenco dei brevetti e dei marchi storici al quale le imprese possono iscriversi.

Con la misura viene introdotto anche il principio che la titolarità del marchio decade se il sito produttivo viene trasferito al di fuori del territorio nazionale.

Alitalia

Un altro punto chiave del Decreto Crescita sarà la vicenda riguardante Alitalia. Infatti, probabilmente vi sarà la conversione di una parte del prestito ponte (di 900 milioni, concesso dallo Stato alla compagnia nel Maggio 2017) in equity.

Questo nuovo provvedimento permetterebbe al Tesoro di entrare eventualmente nella newco per la nuova Alitalia con una quota che, nelle ipotesi finora indicate, potrebbe essere al 15%.