30 Luglio 2021 - 10:59

Dislessia, la storia di una 24enne: “Gli insegnanti non mi credevano”

Dislessia, ecco la testimonianza di una ragazza di 24 anni: “Gli insegnanti non mi credevano, ringrazio mia madre che mi ha sempre aiutata”

La storia di questa ragazza, riportata anche dai colleghi di “dislessiaioticonosco“, è sicuramente emozionante. Nel suo racconto, infatti, si legge e si comprende tutto ciò che ha dovuto affrontare durante la sua infanzia, caratterizzata anche da ingiustizie e pregiudizi, a causa della dislessia. La ragazza in questione ha 24 anni e ha voluto parlare della sua esperienza vissuta a scuola, quando purtroppo molti non la capivano, o addirittura non credevano a ciò che diceva.

Ecco la testimonianza della 24enne, affetta da dislessia: “Buongiorno, vorrei condividere la mia esperienza personale, ho 24 anni e sono dislessica, discalculica e disortografica. Dalla scuola elementare fino alla terza media i miei insegnanti ripetevano a mia mamma “non ha voglia di studiare” nonostante lei ripetesse che passavamo ore sui libri e che mi seguiva nello studio passo per passo”, dichiara la giovane.

La 24enne ha poi così proseguito: “Nonostante mi avessero consigliato di frequentare una scuola professionale ho deciso di fare un liceo, seguita da una logopedista che aiutava i rapporti casa/scuola insegnando ai docenti come gestire la mia situazione. Molti insegnanti mi hanno aiutata ma soprattutto capita, che per me è sempre stata la cosa più importante. Ma purtroppo, nonostante le certificazioni, ho avuto insegnanti che si sono rifiutati di presentarsi agli incontri con la logopedista perché mi giudicavano “una bravissima attrice che finge di avere difficoltà per avere agevolazioni e non studiare come tutti gli altri”.

“Un mio professore di lingua straniera mi ha letteralmente umiliata davanti alla classe perché “non riesce a finire le verifiche con il doppio del tempo rispetto a tutti voi”. Mia mamma è stata una lottatrice. Lei mi ha difesa ed aiutata per ore e ore sui libri. Ha sempre cercato di trovare il modo per farmi ricordare ciò che studiavo, spronandomi a non mollare mai. La ringrazierò in eterno per essermi stata così vicina. Mi ha spinto a non mollare di fronte alla loro ignoranza! Purtroppo la dislessia non era ancora conosciuta, nessuno ne parlava ed era più semplice giudicare uno studente “asino” piuttosto che fermarsi un momento e pensare alle altre possibilità!”

Insomma, un’infanzia sicuramente tormentata per la ragazza. Non solo la dislessia. Ciò che le ha fatto più male sono stati gli atteggiamenti di professori e compagni. Nessuno era in grado di capirla. E la cosa più brutta è che la accusavano di mentire. Anche un semplice commento talvolta fa molto male. Soprattutto se fatto davanti alla classe al completo. Certamente fondamentale in questo caso è stato il ruolo della madre. La donna ha sempre difeso a spada tratta la figlia. E in un’epoca in cui bullismo e cyberbullismo son così diffusi, servirebbero più mamme come lei. E un applauso va anche alla giovane, per il coraggio dimostrato. Che la sua voglia di combattere le ingiustizie sia un esempio per tutti.

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