Dal divieto all’acquisizione: Trump media con Tik Tok
Donald Trump annuncia di voler varare un decreto per vietare Tik Tok. Nel frattempo, Microsoft siede al tavolo con Zhang Yiming, CEO dell’app
Soltanto ieri il presidente americano Donald Trump ha annunciato di essere intenzionato a varare un decreto per vietare l’app cinese Tik Tok. Il braccio di ferro tra Cina e Stati Uniti continua: “Tik Tok è fonte di preoccupazione per la sicurezza nazionale, li metteremo al bando negli Stati Uniti.”
Queste le parole del tycoon americano, in aggiunta al rifiuto di una possibile acquisizione che coinvolga Microsoft. Qualche settimana fa, infatti, Zhang Yiming, CEO di ByteDance, ha pubblicamente annunciato di essere interessato a valutare qualsiasi opzione, al fine di garantire il successo di Tik Tok e del suo team. Per la prima volta la chance che l’app sia pronta alla vendita sembra essere sempre più reale.
La stategia del Trumpism
Nel giro di poche ore, il presidente Trump cambia idea. Dopo aver annunciato la possibilità di applicare un ban all’app cinese, sull’Air Force One diretto nella soleggiata Florida, a fine giornata i media statunitensi parlano della presenza del colosso Microsoft al tavolo con Yiming. La presenza di Microsoft arriva così a smentire le intenzioni precedentemente dichiarate da Trump. La strategia del Trumpism, sintetizzabile nel più noto metodo del bastone e la carota, non è cosa nuova. Con le scorse elezioni il repubblicano si era, infatti, più volte contraddetto, attaccando pubblicamente, ma cedendo segretamente. Con Tik Tok, di proprietà della Cina, la strategia non sembra essere cambiata.
Il mercato di internet
La presenza di Microsoft metterà a dura prova Yiming, considerando i numeri ottenuti da Tik Tok negli Stati Uniti, raggiungendo oltre 50 milioni di utenti. Qualora Microsoft intendesse valutare Tik Tok secondo il multiplo basato sul numero di utenti che Wall Street riconosce a Snapchat, Tik Tok potrebbe valere tra i 20 e i 25 miliardi se non di più. Dopo la lunga bagarre dell’antitrust, che ha visto coinvolto l’avversario più temibile, Facebook, la presenza di Tik Tok sul mercato non fa altro che confermare l’ardua concorrenza dei colossi di internet.
Tik Tok diventa arma politica. I confini della politica contemporanea arrivano a delinearsi sempre più sul mercato più in voga degli ultimi anni, quello delle app. Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina si consuma sull’ottenimento del monopolio dei dati. Fin ora la Cina aveva avuto la meglio nei servizi digitali, spazzando via dalla concorrenza la controparte americana. Più volte, infatti, le società americane oltre a essere più volte escluse dalla Cina, sono state regolate dalla censura di Pechino. L’acquisizione americana dell’app cinese sarebbe così un’ulteriore arma politica, capace di ribaltare le dinamiche del gioco in cui da anni, Cina e Stati Uniti sono coinvolti.
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