Doctor Who 11×07/08: conflitti uomo/macchina e uomo/donna
Trame decisamente solide e ricche di colpi di scena quelle del settimo e dell’ottavo episodio dell’undicesima stagione: la recensione di Zon.it
Come ormai questa stagione ci ha abituati, si passa da una realtà futuristica ai “fasti” del passato del genere umano, pur rimanendo nello stesso importante canale narrativo, quello antropologico.
Doctor Who 11×07 – Kelblam!
Dopo la visione di Kerblam! non si può non definire questo settimo appuntamento della stagione un puro esempio di thriller ambientato in un mondo futuristico.
Nonostante ciò, di futuristico non è che ci sia poi molto: Kerblam! non è nient’altro, infatti, che la versione intergalattica di Amazon, con tempi di consegna molto spesso non corrispondenti alle aspettative annessi.
Il mondo che la 11×07 ci descrive è abbastanza convenzionale in questa tipologia di storie volta ad attuare una critica nei confronti dell’avanzamento della tecnologia (un esempio recente che possiamo fare è quello della 10×02, episodio impostato in maniera molto simile ma con esiti assolutamente diversi): sappiamo benissimo, dal momento in cui i protagonisti incontrano i ‘facchini/robot’ dal sorriso inquietante, che questi ultimi ad un certo punto inizieranno a dare di matto e cercheranno di spodestare gli esseri umani dal loro ruolo.
Eppure, nonostante gli elementi tradizionali ci siano tutti, appare subito in bella vista una differenza sostanziale: i robots hanno già superato gli umani, i lavoratori sono già assoggettati alle macchine.
Cosa sta succedendo, allora? Quale vuole essere il messaggio di fondo dell’episodio? Risulta difficile, per tutta la durata della puntata, capire se si è di fronte ad un episodio banale o a qualcosa di memorabilmente innovativo.
Solo alla fine, quando tutto sembra essersi susseguito secondo i convenzionali piani narrativi (la morte dei due personaggi più buoni in primis) tutti i nodi vengono finalmente al pettine, assumendo forme inaspettate che spingono il telespettatore a riflettere.
Per una volta, non siamo di fronte ad una multinazionale nemica del singolo soggetto, bensì ad un disperato (ma al contempo spietato) tentativo di distruggere ciò che l’uomo stesso ha creato.
La richiesta d’aiuto al Dottore era stata quindi inviata dalla macchina stessa, una macchina che imita un’umanità che apparteneva all’uomo ma che, attraverso il comportamento di Charlie, ci dimostra quanto sia labile la differenza tra ciò che si crea e ciò che si può diventare per paura di essere sopraffatti. Charlie ci dimostra quanto sia facile cedere al lato oscuro.
L’unica azione negativa compiuta dalla macchina è, infatti, quella di aver ucciso Kira, ragazza buona e pura di cui Charlie si era innamorato: è attraverso questo gesto che la tecnologia vuole ricordare al ragazzo quali siano le cose più importanti dell’esistenza.
Episodio, quindi, molto emozionante quello scritto dalla promettente Jennifer Perrott: la sceneggiatrice si dimostra, inoltre, molto legata alla serie attraverso due tra le citazioni più belle che questa stagione ci abbia regalato, con l’apparizione del meraviglioso Fez (con due rigenerazioni in ritardo) e l’epica battuta circa le vespe di Agatha Christie, storia di Ten e Donna Noble.
La 11×07 è quindi un trhiller psicologico e futuristico con esiti inaspettati, tante emozioni, un’ottimo cast e, di conseguenza, un’ulteriore tassello apprezzabile in questa, innovativa, undicesima stagione.
Doctor Who 11×08 – The Witchfinders
Sicuramente tra gli episodi più attesi di questa nuova era, The Witchfinders è una storia semplice, con il miglior James I (interpretato da Alan Cumming) che si potesse desiderare nello show.
Gli amanti della stregoneria e, più in generale, dei processi effettuati nel ‘600 contro le streghe non potranno fare altro che apprezzare quest’ora di puro intrattenimento.
Eppure, ciò che più emerge da questi cinquanta minuti, è l’aver rappresentato per la prima volta la discriminazione nei confronti delle donne con un Dottore che si ritrova in un corpo femminile.
Interessante svolta, quella della 11×08 di Doctor Who: se, fino a questo momento, la sessualità del Dottore non aveva di certo rappresentato un problema di cui tener conto, in questo episodio il Dottore non solo viene denigrato dall’inizio alla fine, ma addirittura accusato di essere una strega e per questo condannata a morte.
Il confronto tra il Dottore e Giacomo I diviene il terreno perfetto in cui sviluppare una profonda rassegna dell’eterna lotta tra uomo e donna e, soprattutto, tra superstitio e scienza. Questa trama è retta dalla miglior fotografia attraverso cui l’ambientazione potesse essere accompagnata, deliziando il telespettatore con immagini degne di colossal fantasy.
Ecco, forse l’unica pecca dell’episodio può essere considerata quella di aver reso fin troppo alla lettera il concetto di strega e di magia occulta. Eppure, grazie al finale puramente in stile Doctor Who, anche questo aspetto non propriamente positivo viene meno, donando a questo ottava avventura le giuste dosi di sci-fi.
Amore, rispetto, credenze contro dati oggettivi: la lotta del Dottore contro i piccoli grandi mali in cui la società si imbatte da tempi immemori appare ben dosata, con un dialogo finale che dona al Tredicesimo Dottore ancor più spessore.
La 11×08 di Doctor Who è, quindi, l’episodio che più i tutti mette in luce le differenze tra questa stagione e le altre, mostrandoci il nostro eroe in una situazione che non avrebbe affrontato se si fosse trovata in un corpo diverso rispetto a quello attuale.
Un bellissimo escamotage e il modo più giusto e lontano dal “politicamente corretto” per descrivere questa rivoluzione. Mancano solo due tasselli alla fine di questa prima stagione di una sorprendente Whittaker e si spera che le brevi trame introdotte possano trovare i loro giusti punti di svolta.
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