15 Marzo 2019 - 09:20

Il dramma di Giuliano Taccola: perché la Roma lo ricorderà contro la Spal

giuliano taccola

La vita e la carriera di Giuliano Taccola vennero stroncate improvvisamente nel 1969 dopo una partita tra Cagliari e Roma; ancora oggi in molti si chiedono il motivo

In occasione della partita contro la Spal ricorderemo Giuliano Taccola, morto nel 1969. Io lo ricordo molto bene perché, oltre ad essere tifoso, quell’anno entrai nella Roma. Lui è stato una persona di riferimento e mi colpì molto la sua morte.

Con queste parole Claudio Ranieri in conferenza stampa ha annunciato che sabato pomeriggio allo Stadio “Paolo Mazza” la Roma ricorderà Taccola, calciatore scomparso mezzo secolo fa (il 16 marzo 1969) all’età di 25 anni per un arresto cardiaco, dovuto ad un forte attacco febbrile che portò a debilitarlo completamente dopo un Cagliari-Roma terminato 0-0.

La storia di Taccola

Nato ad Uliveto Terme, un paesino del pisano, nel 1943, Taccola,dopo aver girato tra Piemonte, Lombardia e Liguria, si trasferisce nella Capitale nel 1967. In due stagioni, realizza 17 gol in 41 partite e vince una Coppa Italia.

Ma è all’inizio del 1969 che la sua carriera crolla drasticamente, al punto da stroncargli la vita in meno di 3 mesi. Dopo una serie di prestazioni altalenanti, dovute a malesseri fisici e continui attacchi febbrili, Taccola decide di sottoporsi ad un intervento di asportazione delle tonsille.

L’intervento subì delle complicazioni e, stando al parere dei medici, sarebbe dovuto rimanere un mese completo in convalescenza ma i tempi vennero accorciati per volontà della squadra. Qui l’inizio del danno: Taccola usciva dal campo sempre con la febbre e il suo peso era diminuito già di 5 chili, causa antibiotici.

Il primo forte segnale arrivò il 26 febbraio ’69: durante una partita di allenamento, Taccola svenne in campo ma per l’allenatore Helenio Herrera (detto “Mago”) era comunque disponibile per la trasferta di una settimana dopo a Genova. Ma qui, il giovane attaccante ligure si infortunò al malleolo e 5 giorni dopo accusò un altro malore, mentre la Roma era in ritiro e lui soggiornava in albergo.

Tornato a casa con 39 di febbre, le sue condizioni apparivano sempre più critiche ma venne convocato comunque per la trasferta di Cagliari del 16 marzo, giorno in cui si consumò la tragedia. Durante il ritiro pre-gara, Taccola accusò l’ennesimo malore di quel periodo e lo stato febbrile era aumentato: per questo, Herrera decise di escluderlo dalla gara ed il calciatore si accomodò in tribuna per seguire la partita.

Poco prima della gara, a Taccola vennero somministrate due pastiglie di antipiretico (detto anche febbrifughi) dal medico sociale giallorosso per provare a “tranquillizzare” il suo status e la sua temperatura corporea segnava 37.4°C. A fine partita il dramma: Giuliano si accascia ancora ma questa volta va in arresto cardiaco e i medici sociali di Cagliari e Roma provarono con la respirazione artificiale a farlo riprendere. Purtroppo, all’arrivo in Ospedale nel capoluogo sardo, Taccola era già privo di vita.

Il suo dramma fu oggetto di inchiesta per anni, in quanto non era chiaro come era stato possibile arrivare a ciò. Per un periodo, gli allora calciatori della Roma accusarono il loro mister Herrera per “aver forzato” il rientro di Taccola in squadra, prima dei tempi prestabiliti. Ufficialmente, venne dichiarato “deceduto per arresto cardio-respiratorio”.

Ancora oggi la sua morte è un mistero non svelato: Marzia Nannipieri, vedova di Taccola, per anni si è combattuta per cercare la verità ma, ad oggi, questa ancora non è venuta fuori.

Taccola nella Hall of Fame della Roma

Lo scorso 27 novembre 2018, prima della gara tra Roma e Real Madrid, Giuliano Taccola entrò ufficialmente nella Hall of Fame della società giallorossa, insieme a Francesco TottiRodolfo Volk e Mario De Micheli.

Non è un caso, infine, che la penultima sfida a Ferrara tra Spal e Roma del 1967 venne decisa proprio dall’attaccante di Uliveto Terme. Domani saranno 50 anni dalla scomparsa e i giallorossi proveranno a ripetere quella vittoria che ai tempi portò la sua firma.