Eliminato l’obbligo di far pagare con il pos sotto i 30 euro
Con il nuovo piano economico, cade l'obbligo di accettare pagamenti con bancomat di importi al di sotto dei 30 euro
Il piano di manovra da 32 miliardi proposto dal nuovo consiglio dei ministri è stato approvato. I ministri, guidati dalla neo premier Giorgia Meloni, hanno riscritto un piano che rivede alcuni punti sul reddito di cittadinanza, taglia del cuneo fiscale. E’ stata introdotta una nuova quota per le pensioni. Nella bozza della Legge di Bilancio 2023 c’è una norma che riguarda i pagamenti con il Pos. Questa direttiva prevede l’esenzione dall’obbligo di accettare carte di credito e bancomat per scontrini al di sotto dei 30 euro.
Secondo quanto previsto, il ministero delle Imprese e del Made in Italy stabilirà entro giugno i criteri di esclusione. Questi ultimi garantiranno la proporzionalità della sanzione e assicureranno l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi. I termini che prevedevano sanzioni a riguardo saranno sospese.
Le sanzioni erano state introdotte con il decreto legge n.36, previste dal Recovery Plan, e rappresentavano uno degli obiettivi entro la fine di Giugno. Nel 2014 la soglia minima venne fissata a 30 euro.
La legge di Stabilità, nel 2016, aveva ridotto il tetto a 5 euro, introdotto eccezioni per i casi di “oggettiva impossibilità tecnica” e previsto sanzioni che andavano dai 500 ai 1000 euro per l’esercente che risultasse privo del terminale pos.
I “no pos” e le proteste contro i pagamenti elettronici
Molti commercianti, durante queste varie riforme, si sono lamentati di questa iniziativa. I “No Pos” sostengono infatti di non tassare per «non ingrassare le banche».
Alcune categorie di lavoratori, come ad esempio i tassisti, si rifiutano categoricamente di adottare il pos. La polemica riguarda anche il costo di affitto del pos. La commissione media si stima costi lo 0,9%. Lo 0,54% finisce ai circuiti internazionali come Visa o MasterCard ed il resto alle banche. Per i piccoli esercenti il conto ammonta all’1,32%. Lo 0,78%, in questo caso, finisce agli istituti di credito.
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