27 Gennaio 2020 - 16:24

Emilia-Romagna: Salvini trafitto nell’orgoglio e il futuro del PD

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Il risultato delle elezioni in Emilia-Romagna ha evidenziato il primo dato negativo per Salvini. Che sia l’inizio di una riscossa per il PD?

A decantare troppo le proprie lodi, alla fine si resta scottati. Dovrebbe saperlo bene Matteo Salvini, all’indomani della sua sconfitta nelle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Una regione in cui il leghista aveva concentrato praticamente tutte le sue forze, convinto già della matematica vittoria in Calabria (ma attenzione, anche lì ci sarebbe molto da discutere, in quanto il vero deus ex è Forza Italia). L’ex ministro dell’Interno è, pian piano, invischiato in una parabola discendente che sembra aver trovato la sua prima attuazione proprio nella regione del centro Italia.

Il risultato delle elezioni in Emilia-Romagna, infatti, ci confermano un dato molto importante. Pur facendo, infatti, una campagna asfissiante, prima perpetrata in maniera meschina rievocando fatti tragici come quelli di Bibbiano e legandoli alla politica, poi provando a far leva sull’amministrazione dell’avversario, la Lega non è riuscita a concludere nulla. La candidata Borgonzoni ha dovuto cedere il passo ad un’altra amministrazione Bonaccini. Ma come mai la regione della Pianura Padana resta uno dei pochi baluardi a non cedere il passo allo strapotere di centrodestra? In teoria, ci sarebbero vari fattori a concorrere all’ottimo risultato del PD.

In primis, vi è sostanzialmente un profilo forte su cui puntare. Stefano Bonaccini è amministratore amato da emiliani e romagnoli, che costituisce un’immagine sicura su cui puntare. E gli stessi votanti hanno confermato questa versione, legando i loro voti più al candidato stesso che nemmeno al partito di cui è rappresentante.

In seconda vece, vi è sicuramente la clamorosa scomparsa del Movimento 5 Stelle. Se prima, infatti, tutti i voti progressisti erano stati divisi con il partito fondato da Beppe Grillo, ora sono ritornati “all’ovile”.
Ma il terzo dato è sicuramente il più importante. Ed è rappresentato dalla mobilitazione delle Sardine.

La piazza

Per quanto si possano negare altri meriti, le Sardine ne hanno sicuramente avuto uno: quello di riportare la politica (più precisamente quella progressista) nelle piazze e di averne fatto una comunione d’intenti, una visione d’insieme che nel centrosinistra mancava ormai da tantissimo. Ecco un altro motivo da cui il centrosinistra dovrebbe ripartire. Magari, proprio con l’aiuto delle Sardine, che ormai hanno dimostrato di poter fare squadra, di raggruppare tutti proprio in virtù dei loro ideali che partono “dal basso“. Certo, lo stesso Santori si è già accinto a dire che l’esperimento non avrà fini politici. Ma la cooperazione tra centrosinistra e Sardine è innegabile.

L’Emilia-Romagna ha dato prova che una vera “opposizione all’opposizione” può funzionare, può esserci un’alternativa al classico clima basato su odio, slogan e fake news creato ad arte da Salvini. Ed è un clima che impone, più dei social (dove si dovrebbe muovere più di qualche passo), la ripartenza dalle piazze, dal contatto con la gente e dal dover far sentire tutti (chi più, chi meno) coinvolti. Perché, se c’è una cosa che Salvini sa fare, è battere sugli aspetti nazional-popolari (quello alimentare soprattutto) per identificarsi con un popolo. Le Sardine, invece, hanno puntato sui valori opposti, quelli globalisti, ma mettendoli in campo e ponendoli alla gente dal vivo.

Il tutto si può chiudere con una provocazione: le Sardine sono la vera e propria alternativa “sociale” alla politica “social” del leghista. E questa potrebbe far ben sperare per il futuro, soprattutto in virtù delle tante adesioni raccolte da giovani e adulti. Ora serve una vera mobilitazione (non per forza politica) su scala nazionale, che coinvolga le piazze e che presenti un programma politico effettivo su cui basarsi. Quest’ultimo dev’essere però basato su effettive mosse concrete, di cui la gente si possa fidare e che possa capire. E non su cose volatili, come la flat tax. L’Emilia-Romagna dev’essere un punto da cui ripartire.