Ennio Morricone, sceneggiatore sonoro del cinema
Buon compleanno a Ennio Morricone, l’incontro tra tradizione e sperimentazione, estasi del cinema, inimitabile maestro che ha segnato l’evoluzione della musica
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Ennio Morricone compie 87 anni oggi, contemplando una carriera grandiosa nel campo artistico-musicale, ancora in movimento e in una continua evoluzione.
Fin dagli anni ’50 scrive musica per orchestra, partendo da un’impronta classica, infatti, Morricone sperimenta nuovi testi musicali di alto profilo culturale. Negli stessi anni però, comincia la collaborazione con il cinema, in particolare con Sergio Leone.
Una musica che sembra penetrare l’immagine da cui poi assume una connotazione metafisica, diventando idea. Lo scenario, il personaggio, la sensazione sono elementi anche sonori, perché acquistano uno spessore tanto umano quanto mistico a contatto con le note musicali che le tratteggiano.
Principalmente conosciuto per la musica nel cinema di Sergio Leone, l’artista rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il cinema a livello internazionale.
Ha attraversato i generi, sperimentando sempre suoni e melodie, rumori ed evanescenze musicali, ha ricamato un’anima ai registi, ha immortalato immagini sonore che celebrano la massima espressione dell’audiovisivo.
Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa: la sinfonia trionfa nel cinema di Sergio Leone. Archetipo e nostalgia, mito e storia. Con Ennio Morricone si esprime la dialettica tra Bene e Male, l’idea dell’origine, il senso dell’abbandono, la sconfitta e la guerra, la corsa verso il denaro, l’amore e il tradimento, il ricordo e la nostalgia di un mondo. Quando si guardano i film, che presentano la direzione musicale dell’artista romano, allo spettatore arriva il senso più profondo della rappresentazione cinematografica. Non solo però. Ennio Morricone offre delle maestose divagazione e variazioni sul tema principale: partendo dal cinema porta la sua musica ad un livello superiore, che si svincola dal legame narrativo con l’immagine, per farsi pura.
La voce femminile, spesso presente nel repertorio di Ennio Morricone, così come il coro, sono “modelli” che provengono dall’orchestra, in cui avviene la massima espressione dell’insieme degli strumenti musicali in sintonia, o nella forma del contrappunto, con le voci umane.
Luciano Salce, Camillo Mastrocinque, Lina Wertmüller, Dino Risi, Marco Bellocchio, Sergio Sollima, Roberto Faenza, Carlo Verdone, Dario Argento, Giuseppe Tornatore, Franco Zeffirelli, Brina De Palma: solo alcuni dei nomi con i quali Ennio Morricone ha sperimentato dimensioni musicali, ogni volta con un tratto distintivo che ha trasformato il film in una memoria collettiva. Il legame del musicista, infatti, con la cultura popolare è fondamentale.
Nonostante il livello alto e sofistico della musica di Morricone, è il vasto pubblico a cercarlo e a ricordarlo con entusiasmo e riverenza. Un maestro, senza ombra di dubbio, che ha parlato al suo pubblico con l’arte della composizione di colori, ritmi, sfumature e melodie fatte d’iconografie sonore, coreografie narrative, sceneggiature musicali che hanno raccontato l’evoluzione, i conflitti e le speranze dell’umanità.
Ennio Morricone ha trasformato la musica colta in una materia fruibile e piacevole, perché associata alle immagini, ha stimolato i primi approcci dell’uomo con l’audiovisivo. Ha dedicato la sua vita alla profusione della musica come entità autonoma, ma nella sua naturale inclinazione all’immagine (nella musica esiste già un’immagine), così come l’inclinazione alla trasformazione a contatto con altre forme d’arte. Una disciplina che educa gli animi e il cinema.
Dove c’è la musica di Ennio Morricone si celebra la quintessenza dell’esistenza umana, così come dell’arte della rappresentazione.
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