14 Aprile 2017 - 18:44

Eutanasia, serve ancora aspettare?

Eutanasia, serve ancora aspettare?

Eutanasia ed Italia sono ancora due termini in contrasto fra loro. Ma cosa richiede, realmente, la popolazione italiana dopo il caso Davide Trentini?

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Nonostante gli appelli e le azioni concrete sul tema, l’eutanasia rimane ancora un tabù per il nostro, amato, Paese.

Il caso di Davide Trentini, barista di 53 andato incontro al suicidio assistito in Svizzera, ha riaperto prepotentemente il dibattito sulla questione, generando, però, un paradosso tutto nostrano che stenta a portare la tematica sui binari giusti.

Il pressapochissimo del dibattito politico sull’eutanasia, infatti, ha creato un tale distacco tra “richiesta sociale” e “risposta legislativa” da preferire un lassismo totale piuttosto che una disciplina precisa dell’ambito.

Eutanasia, serve ancora aspettare?

In questa, disastrosa, situazione, in cui si registra esclusivamente uno sterile dibattito sul testamento biologico, è possibile individuare diversi elementi che investono tanto l’ambito politico quanto quello socio-culturale del Bel Paese.

Partendo dal primo punto, si può dire che la realtà dei fatti creatasi rispecchia, chiaramente con modalità differenti, una situazione simile a quella precedente alla “nascita” della legge 194/78 (legge sull’interruzione di gravidanza).

In maniera non dissimile, difatti, si cerca di convivere con una situazione al limite dell’immaginabile, con casi continui di eutanasia assistita all’estero, invece di ammettere la necessità di un “circuito” che faccia emergere realmente non solo la tutela ma il rispetto della persona in gravi condizioni di salute.

A tutto ciò, inoltre, si unisce anche la “presunzione” di continuare a pensare di sapere quale sia la cosa giusta, o sbagliata, da fare, senza mai entrare realmente nella discussione ed affrontare, una volta per tutte, la problematica.

L’ultimo punto, si unisce all’assordante grido che il popolo italiano invia giornalmente ai decision making sull’eutanasia.

Questa voce, divenuta sempre più forte grazie ai casi Dj Fabo e Davide Trentini, con cui la gente è entrata in forte empatia attraverso la condivisione del dolore che i due “protagonisti” hanno raccontato, cerca invano di farsi strada nell’ambito nazionale, trovando solamente strade sbarrate.

La richiesta di disciplinare il “settore”, nasce per di più dalla spinosa domanda, sorta proprio con le storie dei due personaggi, che attanaglia gli italiani da diverso tempo: Cosa avrei fatto io al posto loro?

Nonostante l’ennesimo caso sull’eutanasia assistita, sembra esserci esclusivamente una continua calma piatta, che potrà essere spazzata via solamente quando verranno recepite le reali necessità della popolazione italiana sul tema.

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