17 Febbraio 2020 - 19:30

Fair play, ora la Uefa mette nel mirino le plusvalenze fittizie

Ceferin, Uefa

La Uefa dopo la stangata al City per le sponsorizzazioni gonfiate, mette nel mirino le plusvalenze fittizie sui giocatori. Le italiane rischiano?

Dopo la clamorosa decisione di escludere il Manchester City dalle coppe europee per due anni, per via delle sponsorizzazioni gonfiate, la Uefa mette nel mirino il trading dei calciatori. La pratica, in crescita in Italia, di attribuire ai giocatori valori gonfiati ora sarà pesantemente sanzionata.

Il regolamenrto del fair-play finanziario è in continuo mutamento, infatti, e si adegua alle consuetudini del momento. I funzionari di Nyon stanno cercando correttivi al regolamento per arginare il fenomeno, in crescita, delle plusvalenze fittizie.

Cosa sono le plusvalenze? Ecco, negli anni a causa delle norme Uefa sulle perdite aggregate, la vendita di giocatori ad un prezzo superiore al costo residuo è diventata una pratica che in alcuni casi denota la bravura dei dirigenti, in altri un fenomeno per aggirare la norma. 

Ora la Uefa vuole vederci chiaro e sanzionare l’eccessivo uso di questa pratica come “entrata rilevante” all’interno dei bilanci delle squadre. Difficile si possa arrivare a sanzioni come quella al City ma in caso di cambio del regolamento del fair play, i club dovranno rivedere il loro modo di fare mercato.

In Italia chi rischia? In Serie A è la Roma ad avere il record di plusvalenze. Nel 2018-19 i giallorossi con le cessioni di Allison, Manolas e Strootman hanno realizzato 130 milioni di plusvalenze.