14 Maggio 2015 - 23:23

Fibromialgia, dolore psichico che prende la “via del corpo”

Health ZON – Fibromialgia, dolore psichico che prende la “via del corpo”

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Fatica cronica, color irritabile, cefalee tensive, sindrome fibromialgica e dolore miofasciale costituiscono  diagnosi ricorrenti e spesso coesistono, ma qual è l’etiopatogenesi e quale la terapia?

Secondo le teorie scientifiche più accreditate, un comune denominatore di alcune di queste sindromi è da ricercare nel fenomeno  della “sensitizzazione centrale”: ci sarebbe  un’origine comune nel sistema nervoso, in particolare nella via della nocicezione coinvolta nella percezione e nell’elaborazione del dolore.

In particolare, la diagnosi di fibromialgia si basa sulla presenza, da almeno 3 mesi,  di dolore muscolo scheletrico diffuso, di aree algogene localizzate e di punti dolenti alla digitopressione (tender points) a cui si associano disturbi del sonno, disturbi neurovegetativi e disturbi dell’umore.

Comune è il riscontro nei pazienti fibromialgici di patologie concomitanti quali diabete tipo I, sindrome metabolica, artrosi mono e polidistrettuali, tutte in grado di concorrere all’insorgenza del sintomo dolore.

fibromialgiaUn aspetto importante riguarda la correlazione con i disturbi dell’umore: in che misura ansia e depressione determinano la sintomatologia dolorosa? Quanto ,viceversa, il dolore condiziona la qualità di vita del paziente, influendo dunque sull’aspetto cognitivo e umorale?

Alcuni parlano di somatizzazione: il primum movens della patologia sarebbe ricondicibile al dolore psichico che prende  la” via del corpo”, manifestandosi  nella sintomatologia algica diffusa o localizzata, a causa della difficoltà ad elaborare o esprimere il dolore ad un livello cognitivo superiore.

La diagnosi di fibromialgia si base dunque sui criteri sopraelencati, tuttavia essa costituisce ancora oggi un processo dinamico e i recenti studi hanno spostato il focus sulla valutazione della performance fisica, dell’endurance cardiorespiratoria oltre che sull’aspetto psicologico e nutrizionale.

Emerge sempre di più la necessità in di un approccio globale in cui si tenga conto di tre principali aspetti:

  • Profilo Metabolico: accanto alle indagini di laboratorio, è utile una valutazione della composizione corporea mediante esame bioimpedenziometrico
  • Bilancio muscolare e articolare: la valutazione si completa con i  test di performance fisica e di endurance cardiorespiratoria
  • Profilo neuropsicologico: da integrare con test valutativi della personalità, della sfera cognitiva e umorale

Di conseguenza, in un paziente fibromialgico obeso o affetto da sindrome metabolica sarà necessaria una maggiore attenzione all’aspetto nutrizionale, in un paziente con prevalente componente psicologica sarà utile un intervento psicoterapeutico. Infine, nei pazienti in cui il dolore si è ormai strutturato sul corpo è centrale il ruolo svolto dall’esercizio terapeutico.

In base alla valutazione della performance è utile che un medico, esperto del movimento, definisca  il piano di esercizi più appropriati: se prevale la rigidità articolare il programma di esercizi sarà incentrato sullo stretching,  se prevale una riduzione della forza sarà predominante il rinforzo muscolare, se c’è una ridotta endurance cardiorespiratoria verrà prescritto un esercizio di tipo aerobico

In che misura dosare i tre tipi di intervento, sul metabolismo, sull’esercizio o sulla componente psicologica?                Il medico competente, attraverso l’ascolto, sarà in grado di comprendere e stadiare il “sottotipo” di fibromialgia e sulla base della valutazione, potrà scegliere un intervento terapeutico che sia quanto più sartorializzato possibile.

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