26 Ottobre 2016 - 13:38
Fininvest, il pressing della BCE sulla holding di Berlusconi
Fininvest ancora nei guai. Questa volta la holding della famiglia Berlusconi dovrà rispondere direttamente alla BCE, che si oppone riguardo al possesso del 30% di Banca Medionanum
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Fininvest ancora nei guai. Non c’è pace per la famiglia Berlusconi e per le loro aziende, questa volta a girare il coltello nella piaga ci ha pensato direttamente la BCE, che si oppone al possesso, da parte della holding dell’ex premier, di una quota pari al 30% di Banca Medionanum, quota che era stata congelata due anni fa dalla Banca d’Italia dopo che aveva perso i requisiti reputazionali dell’azionista di maggioranza, Silvio Berlusconi appunto, ma era poi stata riassegnata comunque a Fininvest dal Consiglio di Stato.
In una nota ufficiale la famiglia Berlusconi fa sapere come la Banca centrale europea, a seguito di un procedimento amministrativo istruito da Banca d’Italia, abbia comunicato la propria decisione di impedire a Fininvest qualsiasi partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, in virtù di un esame della stessa Bce sulla fusione tra le due, che era stata annunciata nell’estate del 2015 allo scopo, così si disse, di semplificare la struttura della banca.
La Banca d’Italia aveva deciso di prendere provvedimenti a seguito della condanna definitiva per frode fiscale a danno di Silvio Berlusconi, nel 2013, e aveva quindi imposto a Fininvest l’alienazione della quota in esubero, pari al 9,9% di Banca Mediolanum. Ma tale decisione era stata poi completamente stravolta nella primavera scorsa, quando il Consiglio di Stato aveva accettato il ricorso di Fininvest e aveva mantenuto la quota azionaria in possesso della holding.Secondo quanto affermato nella nota diffusa dalla famiglia Berlusconi, la Banca Centrale Europea aveva dato il via ad una valutazione approfondita iniziale solo lo scorso marzo, allertata dal cambio di rotta che stava subendo Banca Mediolanum, che passava da gruppo assicurativo a gruppo bancario. Si ipotizza quindi che i requisiti di onorabilità siano finiti sotto la lente dell’istituto bancario europea proprio a causa di questo.
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