1 Aprile 2019 - 14:06

Firenze: Salvini apre ufficialmente la lotta a Nardella

salvini

Il leader della Lega, Matteo Salvini, presenta il suo candidato per Firenze. La lotta a Dario Nardella è appena cominciata

Una lotta che è davvero cruciale per capire il futuro della politica italiana. A Firenze, si consuma l’ultimo atto dello scontro che ha animato quest’ultimo anno di politica italiana. Dopo essersi aggiudicato già molti punti cruciali della Toscana, Matteo Salvini apre ufficialmente la lotta a Matteo Renzi e al PD. E lo fa nella roccaforte più importante dell’intera storia del partito.

Dario Nardella, attuale sindaco, infatti, sarà sfidato ufficialmente dal manager 62enne Ubaldo Bocci, che il principale leghista ha scelto per assaltare l’ultimo baluardo rimasto a difesa del centrosinistra. Il tutto dopo aver ignorato praticamente per tutto il periodo di Governo il capoluogo, concentrandosi (come al solito) su una campagna elettorale selezionata con cura. Come se non bastasse, oltretutto, il leader ha confermato i vecchi vizi e di essere “centrodestradipendente“. Infatti, solo tre giorni fa, ad Arcore, il meeting con Berlusconi e Giorgia Meloni ha evidenziato ancora una volta l’alleanza fondamentale con la parte conservatrice del Parlamento.

Guarda il caso, inoltre, il buon Matteo Salvini ha annullato tutti gli impegni (compresi quelli di Governo) e ha trovato l’incastro in agenda per venire lui stesso a presentare Bocci. In periferia, nell’Isolotto di La Pira e di Don Enzo Mazzi, uno dei vecchi quartieri rossi della città. Una vera e propria provocazione, direbbe qualcuno. Ma dal re delle provocazioni nessuno si aspettava di meno, forse anche in virtù del suo passato palesemente comunista (che quasi tutti faticano o omettono volontariamente di ricordare).

Firenze è in salita ma ogni visita di Salvini qui vale due o tre punti percentuali. Se puntiamo su periferie, tramvia e degrado possiamo prenderci Firenze come abbiamo fatto con Pisa, Siena, Massa e Pistoia.” dicono i leghisti di Toscana. Con cognizione di causa.

Il controsenso clamoroso

Ancora una volta, tutti i difetti di un partito populista come la Lega vengono a galla. E sta tutto nella scelta del candidato. In base a quale criterio si è scelto, per le elezioni di Firenze, un profilo poco credibile come quello di Ubaldo Bocci? Parlando chiaro: non è assolutamente possibile considerare un imprenditore, manager dell’azienda d’investimenti Azimut, come un vero e proprio rappresentante del popolo.

Finalmente, anche la maschera populista della Lega viene a crollare. Un partito che è così “dalla parte del popolo”, che si pavoneggia dicendo di avere una matrice incredibilmente sociale, come fa a scegliere come proprio candidato un pezzo dell’elite? A questo punto, viene facile fare il paragone con il tanto odiato PD, il quale sicuramente incarna a pieno lo stesso spirito leghista. Ciò rappresenta un controsenso clamoroso, dato che permette al centrodestra di uniformarsi con lo spirito del centrosinistra che tanto odiano.

La cosa che sorprende di più, però, in tutto questo, è l’incredibile silenzio che aleggia sul capo degli alleati a 5 Stelle. Infatti, il Movimento non ha voluto nemmeno proferire parola su una situazione che si fa sempre più delicata dal punto di vista politico, sia regionale che nazionale. A questo punto, sorge un amletico dubbio: il Movimento 5 Stelle ha davvero intenzione di creare un terremoto politico e di “rivoluzionare” o è solamente l’ennesimo partito che si è adagiato sugli allori, una volta arrivato al potere?

Controsensi clamorosi su controsensi clamorosi. Questo è il Governo, questa sarà la prossima Toscana.