9 Aprile 2024 - 10:25

Fobie: quali sono le più comuni? La classifica

Quali sono le fobie più comuni? Qual è la differenza tra fobia e paura? Scopriamo insieme le risposte

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Il termine fobia indica un’irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi limitare l’autonomia del soggetto come nel caso dell’evitamento, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona. Le fobie sono una manifestazione psicopatologica riguardanti stati dell’Io non pienamente inserito con l’ambiente che lo circonda.

Il sintomo principale di questo disturbo è l’irrefrenabile desiderio di evitare l’oggetto o il luogo che incute timore; il fobico tende a fuggire da quelle rappresentazioni che creano in lui un senso di angoscia; questo significa che sposta inconsciamente su oggetti esterni e su situazioni “fobizzate”, ossia caricati simbolicamente di valenze negative, le sue preoccupanti relazioni con elementi interni che, in questo modo, vengono rifiutati.

Fobie e paure: qual è la differenza?

La fobia è un attacco di angoscia incontrollabile nei confronti di cose o situazioni di per sé non pericolose, capaci però di procurarci veri e propri attacchi di terrore che possono diventare molto difficili da gestire e che ci impediscono di affrontare la cosa o la situazione che temiamo.

Invece, la paura è una delle emozioni primarie che, nel corso della storia dell’uomo, ha contribuito alla sopravvivenza della nostra specie. Il fatto di aver paura di certe situazioni riconosciute come pericolose ci porta a strane il più possibile alla larga, conservando la nostra incolumità: la paura ha quindi un valore positivo.

Quali sono le fobie più comuni?

Secondo una classifica stilata di recente dalla World Mental Health Survey Initiative, le fobie più diffuse al mondo sono quelle scatenate dagli animali: circa il 4% della popolazione mondiale ha il terrore degli insetti, a cominciare dei ragni (aracnofobia), o dei serpenti (ofidiofobia), o di una specie di uccelli. Subito dopo viene la fobia del sangue (ematofobia) della quale soffre circa il 3% della popolazione mondiale e che porta la persona al limite dello svenimento al solo vederne una goccia.

Seguono poi le fobie legate a determinati luoghi, come le altezze e il senso di vuoto ad esse collegato (dagli strapiombi alle ruote panoramiche, ai piani alti dei palazzi), chiamata acrofobia; fa parte di queste categorie di fobie anche la talassofobia, che si scatena in mare aperto o nell’acqua alta, dove non si tocca; la claustrofobia, ossia la paura dei luoghi chiusi come ascensori, gallerie, stanze piccole e affollate; un po’ meno comune è il suo contrario, l’agorafobia, che colpisce quando ci si trova negli spazi aperti. Piuttosto comune è anche la paura di volare, chiamata aerofobia: se è vero che circa la metà dei viaggiatori è colpito da una certa inquietudine al momento di salire in aereo, è vero anche che circa l’1% delle persone è colto da un tale panico da non poter affrontare la situazione e rinuncia al viaggio.

Ci sono infine le fobie sociali, legate alle situazioni tipiche della vita di relazione: la più comune è il terrore di parlare in pubblico (glossofobia), ma negli ultimi anni si vanno diffondendo anche alcune fobie “nuove”, legate allo sviluppo dei contesti sociali, come la dismorfofobia, ossia la preoccupazione ossessiva per il proprio aspetto fisico fino ad avere una percezione distorta della propria immagine esteriore; o la F.O.M.O. “Fear of Missing Out”, una fobia nuova di zecca, legata ai contesti social, che ci fa temere ossessivamente di “perderci qualcosa di importante” e di non partecipare a un evento gratificante o emozionante a cui partecipano invece i nostri amici e conoscenti.