Fondo Prima Casa: anche i mutui Consap diventano “selettivi”
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del “Decreto Agosto” solo alcune categorie di utenti potranno beneficiare dei mutui garantiti dallo Stato
“Alla faccia del Decreto Rilancio“, verrebbe da dire. Eppure, in un momento di grande contrazione dei consumi – per via della pandemia da Covid-19 – con le evidenti quanto prevedibili ricadute negative anche sul mercato immobiliare, lo Stato italiano, non ha avuto niente di meglio a cui pensare che perpetrare ai danni del mattone un’altra entrata, l’ennesima, a piedi uniti. Come? Ponendo un nugolo di nuovo paletti per poter accedere ai mutui CONSAP.
Dando per scontato che il lettore sappia cosa sia un mutuo Consap (se così non fosse ecco il sito ufficiale del Fondo di Garanzia), questo strumento finanziario assistito dalla “Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A” (consap) con alle spalle il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha permesso a svariate categorie di persone – spesso famiglie, giovani ma non solo – un accesso agevolato al credito per l’acquisto della prima casa o per la sua ristrutturazione. Purtroppo però, con l’entrata in vigore della legge n. 126 del 13 ottobre 2020 che ha convertito il c.d. DL Agosto il “legislatore”, anziché supportare la ripresa del mercato del mattone con incentivi sui mutui, ha preferito rendere di gran lunga più selettivi i criteri d’accesso al prodotto finanziario offerto da Consap. In pratica, rispetto a prima, potranno continuare a usufruire del fondo di garanzia mutui per la prima casa solo determinate categorie di contribuenti, tra queste: le giovani coppie o i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori; i conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, nonché i giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico; la singola persona non coniugata, né convivente con l’altro genitore di nessuno dei propri figli minori con sé conviventi; dovrebbero rientrare anche i divorziati, i separati o i vedovi conviventi con almeno un proprio figlio minore.
Una sforbiciata notevole di “aspiranti” se consideriamo che lista di pretendenti, in precedenza, era molto ma molto più ampia oltre che eterogenea rispetto a quanto brevemente elencato. Neanche a dirlo, questo imbuto che da qui a breve si materializzerà nella selezione degli aspiranti al mutuo Consap non farà altro che escludere – per non dire marginalizzare – migliaia di persone che fino all’estate scorsa non avevano particolari preclusioni e che anzi, vedevano in questo strumento finanziario l’unico spiraglio per perseguire il sogno di acquistare casa. Senza contare che, sono da ritenersi a rischio anche le pratiche di mutuo al 100% in via di accoglimento, ovvero inoltrate in data precedente al 13 ottobre 2020. Una beffa, per usare un eufemismo.
Questa mossa è apparsa ai più incomprensibile, tanto da aver destato il sospetto tra gli addetti ai lavori che tale misura fosse stata inserita nel “decreto Agosto” – nel silenzio tombale – solo per via di un marchiano errore nella redazione dello stesso. E invece nulla di tutto questo. Ovviamente, per il mercato immobiliare questa è una mazzata, inattesa, tremenda, presa tra capo e collo, in un momento storico già dir per sè delicato dopo il primo “lockdown” nazionale della scorsa primavera, e con all’orizzonte lo spettro del secondo per via della recrudescenza della pandemia da Covid-19.
Qualcuno, d’alto, ci dovrebbe aiutare a capire. A capire quale ratio ci sia dietro una “trovata” così controproducente e cervellotica; a capire quale “mente illuminata” abbia prodotto questa genialata; a capire, soprattutto, se a guidare la mano del legislatore ci sia stata la competenza (o incompetenza?) oppure una “diabolica regia” per danneggiare ancor di più l’indotto del mattone, già ampiamente spremuto e ridotto a bancomat dello Stato.
Che qualcuno ci aiuti a capire…
Articolo a cura di Tullio Trezza, agenzia immobiliare Trezza
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