Fortezza Medicea, le cene galeotte nel primo carcere-ristorante
Essere serviti da detenuti? Questo ed altro con l’iniziativa “Cene Galeotte” nella Fortezza Medicea, che ospita la casa di reclusione di Volterra
[ads1] La Fortezza Medicea sovrasta la città di Volterra da più di 400 anni.
Il settore est – la parte più antica risalente al 1342 – è conosciuta come “Rocca Vecchia” ha una pianta a forma di trapezio con al centro una torre semiellittica detta “Femmina“; mentre il settore ovest, cioè la parte nuova nota come “Rocca Nuova“, è composta dal “Maschio“, cioè una torre circolare, e da un muro a pianta quadrata con quattro torri agli angoli.
Fin dal 1474, per volere di Lorenzo il Magnifico che la fece costruire, la fortezza fu adibita a penitenziario. Ancora oggi continua ad esserlo; a far parlare di questa grandiosa struttura è un’iniziativa particolare, “Cene Galeotte“. dal nome si intuisce facilmente che il carcere si trasforma in ristorante. Non è l’unico ristorante ad avere la location in un carcere, ma è il primo ad essere gestito da detenuti.
Per prenotazioni e informazioni
Per accedere alle “Cene Galeotte” bisogna consultare il calendario cliccando qui e chiamare l’Agenzia Argonauta Viaggi per chiedere la disponibilità al numero di telefono 055.2345040.
Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 11 marzo 2016. I detenuti dietro ai fornelli saranno guidati dallo chef Peter Brunel del ristorante Borgo San Jacopo a Firenze.
Le “Cene Galeotte“
Con queste cene speciali, i clienti avranno modo di cenare all’interno di una struttura carceraria, che per l’occasione si trasforma in un ristorante unico. Il servizio è interamente gestito dai detenuti, che partecipano al progetto.
Dalla cucina alla sala, senza dimenticare l’intrattenimento: tutto è in mano ai detenuti che stanno scontando la pena nella casa di reclusione a Volterra. Un modo nuovo per reintegrare nella società, ancor prima della fine della pena, i detenuti; grazie a questo progetto scoprono passioni e un motivo in più per pensare al futuro oltre le sbarre, magari da camerieri, sommelier o chef.
L’iniziativa, che quest’anno compie dieci anni, è resa possibile grazie a Unicoop Firenze; non solo fornisce le materie prime, ma assume e retribuisce anche i detenuti. Al progetto, inoltre collaborano il Ministero della Giustizia e la direzione della Casa di Reclusione di Volterra, con la supervisione del critico Leonardo Romanelli e il supporto comunicativo di Studio Umami. Infine, la Fisar (Delegazione Storica di Volterra) seleziona le aziende vinicole che offrono i vini durante le cene.
Misure di sicurezza obbligatorie
Come ogni carcere che si rispetti, anche la fortezza Medicea ha rigide misure di sicurezza a cui si devono sottoporre i clienti, sorvegliati da guardie penitenziarie armate. Non si possono introdurre all’interno del ristorante cellulari, oggetti metallici o appuntiti.
La location
Il ristorante è ospitato all’interno di una cappella sconsacrata; gli arredi non sono di lusso (panche e tavoli di legno, piatti, forchette e bicchieri di plastica), ma la musica del pianista condannato all’ergastolo fa sognare.
Se avete voglia di fare una cena alternativa, partecipate ad uno degli eventi organizzati nella Fortezza Medicea. Chi ci è stato, dichiara, di aver fatto un’esperienza unica.
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