22 Aprile 2016 - 16:22

Gerardo Sinatore, passione e tradizione

Gerardo Sinatore, passione e tradizione

Gerardo Sinatore, passione e tradizione. Anima pura della festa della Madonna delle Galline di Pagani. Scrittore, saggista, autore teatrale e molto altro

[ads1]

Questa mattina, presso la sede dell’Edufonit, associazione Musicale di Cava de’ Tirreni (SA) ed etichetta discografica indipendente, ho avuto il piacere e l’onore di conoscere ed intervistare il signor Gerardo Sinatore, un personaggio interessante, colto, brillante e appassionante.

Gerardo Sinatore, scrittore, saggista, copywriter, autore teatrale, sceneggiatore e tanto ancora, ha una personalità creativa e travolgente che coinvolge il suo interlocutore accompagnandolo in un viaggio culturale attraverso le più belle forme d’arte che “formano l’unità dell’universo”, come lui stesso afferma.

A lui si deve la rinascita della tradizionale festa della Madonna delle Galline, che si tiene ogni anno a Pagani, dal venerdì dell’ottava di Pasqua al lunedì successivo. In veste collaboratore dell’Assessorato alla Cultura o di semplice cittadino paganese, Gerardo ha dedicato anima e passione per oltre quindici anni nell’organizzazione di questa importante festa, riportando alla luce anche ciò che sembrava stesse annegando nell’oblio.

Gerardo Sinatore, passione e tradizione

Gerardo Sinatore, passione e tradizione

Parlando con Gerardo Sintaore sono venute fuori tante realtà che non sempre traspaiono davanti agli occhi del semplice turista che cerca in questa festa solo un modo per trascorrere una serata diversa.

Perché la festa della Madonna delle Galline viene definita “La festa antica dal cuore giovane”?

<< Questa è un’espressione che ho coniato io qualche anno fa, la festa è molto antica, nasce nei cortili della gente, quando si festeggiava nell’intimità della casa, con i portoni chiusi. Durante i giorni dei festeggiamenti, le strade si riempiono, si colorano e si canta e balla ininterrottamente. Io stesso resto, come un ragazzino, fuori casa, incontro gli amici che ogni anno vengono a trovarmi da fuori le mura paganesi e addirittura italiane e resto con loro, mangiamo, beviamo, chiacchieriamo, assistiamo alle danze di questi giovani che sanno coinvolgere solo chi si lascia trasportare dalla musica>>.

I giovani, quindi, partecipano attivamente a questa festa? Come la vivono le nuove generazioni?

<< Sì i giovani partecipano con entusiasmo anche perché, prova ad immaginare che una mattina ti alzi e trovi queste strade ricche di musica che non è solo rumore, è melodia, è una storia d’amore. La tammorra è il cuore della festa, un cuore che batte. I ragazzi sono i veri protagonisti delle danze, queste danze d’amore che portano ad un legame che dura nel tempo. Io stesso, ancora oggi, incontro persone con le quali ho danzato in passato e con le quali sono rimasto legato e che vengono ogni anno alla festa con i loro figli e le loro famiglie>>.

Come si svolge questa danza d’amore di cui parla in modo così affascinato?

<< Viene chiamata la danza della quattro “C”: Conoscenza, Corteggiamento, Conquista e Contatto. Questa danza inizia dagli occhi, dallo sguardo che i due protagonisti si lanciano da lontano, lui la guarda negli occhi, lei invece, cerca di osservarlo senza farsene accorgere. Poi inizia la fase del corteggiamento, il ragazzo di avvicina ma non la sfiora se non con gli occhi. Quando finalmente riesce a conquistare la ragazza, ecco che avviene il contatto. È come fare l’amore, è una storia d’amore che solo chi vive da vicino può comprendere. A volte nascono delle vere storie d’amore che vanno avanti per anni, altre volte restano semplici amicizie, ma comunque durature nel tempo>>.

Com’è cambiata la festa con la sua “mano”?

<<La festa stava morendo, stava finendo nell’oblio, insieme alle sue tradizioni. Io ci ho messo tutto l’impegno e la passione per farla rinascere, senza intaccarla con interessi politici ed economici. Avrei potuto farlo da pubblicitario, quale sono, con la mia agenzia, affidando tutto ai miei operai, ma non ho voluto. Ci ho voluto mettere il cuore, la passione perché questa festa è tutto, è vita. E se c’è vita nelle cose, restano, non finiscono mai nell’oblio>>.

Prima abbiamo parlato dei cortili, come nasce, o meglio, come rinasce questa tradizione?

<< La tradizione dei cortili è antichissima, nasce insieme al corteo processionale che si teneva nei giorni della festa, oggi dura intorno alle 13-14 ore, prima durava per giorni interi e la Madonna veniva portata in spalla. In tutto il paese la gente apriva i portoni e metteva dei tavolini ornati da drappi bellissimi e con un incensiere sotto che potessero onorare la Madonna quando i portantini si riposavano. Con il passare degli anni questa cosa è andata scomparendo perché la Madonna viene posta su un carro e quindi non ci sono più i portantini che hanno bisogno di riposarsi. Un grande amico, Franco Tiano (morto nel 2008), adorava la tradizione dei cortili, il suo è stato uno dei primi ad essere aperto e temeva che tutto questo potesse morire con lui. Allora io sono andato nei cortili, grandi come dei villaggi con migliaia di persone, e ho trovato queste persone che continuavano la tradizione, ma a porte chiuse. Mi sono messo a loro disposizione e gli ho fornito tutto quello che occorreva per poter condividere con tutti questa tradizione. Oggi è una gioia vedere tutti questi cortili addobbati e in festa, dove si mangia, si beve e si danza e dove si passa tutto il tempo della Festa della Madonna delle Galline>>.

Prima di andare via Gerando Sinatore, con l’aiuto del signor Aniello Coppola, presidente e responsabile dell’Edufonit, mi ha fatto ascoltare alcuni pezzi dell’album “Uhanema” prodotto proprio dalla Edufonit, cantati da Vincenzo Romano e i cui testi e parte delle musiche sono state scritte da Gerardo.

“E adesso danzi”, una vera poesia d’amore che spiega bene la danza d’amore raccontata da Gerardo e le parole “…sono un guerriero, vinto e felice, e il mio tamburo, più non tace, non ho lo scudo, ho solo te, che mi inondi di pace…” danno senso a tutto.

[ads2]