13 Aprile 2021 - 11:31

Governo: ecco il piano di Draghi per affrontare Maggio

Draghi

Il piano di Mario Draghi per Maggio valuta di portare l’Italia fuori dal lockdown. Ci saranno nuove regole per cinema, teatri e musei

Forse si incomincia a vedere la luce fuori dal tunnel. Il Governo sta progettando un piano molto arguto per portare fuori dal lockdown l’Italia intera. Mario Draghi vorrebbe ricominciare a puntare sulle attività produttive effettive, soprattutto su quel campo che finora è rimasto un po’ in disparte e non ha avuto sbocchi: quello artistico. Ci sono, infatti, in primis le regole per cinema, teatri, mostre e musei nel nuovo protocollo che il premier sta progettando insieme al Governo.

Per ora, una data precisa, effettiva, ancora non c’è. Infatti, il vero problema che “blocca” in qualche modo le avanzate del piano è la divisione, all’interno del Governo, tra aperturisti e rigoristi. I secondi spingono per la deadline di Maggio e vorrebbero portare riaperture graduali fino a fine Giugno. Tra questi vi è anche una voce “primaria” come quella del ministro della Salute, Roberto Speranza. I primi, invece, tra cui vi è ancora una volta il leghista Matteo Salvini, vogliono anticipare al 20 Aprile l’inizio della fase 2 e concluderla il 2 Giugno, Festa della Repubblica. Insomma, uno scontro prima di tutto politico, più che ideologico.

Infatti, a Palazzo Chigi si continua a ribadire la linea dettata dal premier Mario Draghi. Le prossime settimane saranno quelle in cui si parlerà di riaperture e non di chiusure. Ed “essenziali” per ogni decisione saranno i dati e l’andamento della campagna vaccinale. Quel che è certo è che quando si deciderà di riaprire ci saranno interventi selettivi e graduali. Per questo si è cominciato a lavorare sui protocolli di sicurezza dei vari settori, a partire dal mondo della cultura e della ristorazione. Il Governo sembra avere le idee chiare.

Zona gialla, coprifuoco e ristoranti aperti a cena

Il Comitato Tecnico-Scientifico ha incominciato la sua “crociata” contro Draghi dalle richieste di musei, cinema, teatri e spettacoli dal vivo. Questi vogliono tornare a lavorare e puntano ad un ampliamento della capienza finora consentita da 200 persone a 400 al chiuso e da 400 a mille all’aperto. L’altro settore è quello della ristorazione. Il leghista Giancarlo Giorgetti, nelle prossime ore, visionerà il protocollo della FIPE già presentato a Gennaio, che prevedeva ristoranti aperti anche la sera nelle zone gialle e a pranzo in quelle arancioni, con prenotazione obbligatoria.

Linea che, però, difficilmente passerà il vaglio del CTS. Per ora, l’obiettivo di tutti è di far ripartire almeno i locali che hanno spazi all’aperto e che si trovano in zona gialla, per poi proseguire con il resto. Più avanti si discuterà invece della riapertura delle palestre, solo per le lezioni individuali. Il nodo politico però è proprio la data, con il governo che non ha ancora convocato la cabina di regia. Matteo Salvini ribadisce che dove la situazione sanitaria è sotto controllo “bisogna aprire già domani“, mentre Forza Italia insiste sul 20 Aprile come data giusta per “fare un punto in CDM“. Posizioni difficilmente compatibili con quelle del PD e di Roberto Speranza.

Quest’ultimo ha dichiarato: “Ad Aprile conviene tenere ancora la massima prudenza. A Maggio, a seconda dei parametri del contagio e della capacità di vaccinare i fragili, ci possono essere le condizioni per misure meno restrittive come quelle da zona gialla.
Ma proprio su Speranza incombe un’ombra davvero pesante. Infatti, secondo indiscrezioni, Mario Draghi vorrebbe convincerlo a lasciare vacante il posto per il ministero della Salute, convincendolo ad accettare altro all’interno del Governo stesso. Una sorta di rimpasto in salsa “tecnica”.

Zona gialla in arrivo

In quest’ottica, Draghi potrebbe optare per una svolta è quello che vede l’indice di contagio Rt a 0,8 e la prima dose di vaccino al 75% degli over 70. Se davvero si riuscisse a centrare entrambi gli obiettivi entro il tempo dato, allora a Maggio (e forse anche già a partire dal 20 Aprile) allora sarebbero due le ipotesi in campo.

La prima porta ad aspettare Maggio per ripristinare la zona gialla in tutta Italia. Successivamente, poi, si valuterà la possibilità di portare il coprifuoco a mezzanotte e programmare la riapertura anche a cena dei ristoranti.
La seconda, invece, prevede l’anticipo di una settimana per le riaperture. Questo a patto che anche l’incidenza dei casi settimanali ogni centomila abitanti cali in modo significativo.

Sulla seconda ipotesi c’è lo scetticismo di Draghi. O meglio, si considera difficile raggiungere in tempi così brevi l’obiettivo, specialmente mentre la campagna vaccinale del generale Figliuolo stenta a decollare. E addirittura si chiede di frenare sulle somministrazioni perché si rischia di restare a corto di dosi.

Per i ristoranti e i bar si pensa di introdurre la prenotazione obbligatoria per i clienti insieme all’obbligo di privilegiare gli spazi all’aperto. Bisognerà distanziare i tavoli in modo da assicurare la distanza di almeno un metro tra i clienti (tranne che a quelli che non sono soggetti a distanziamento interpersonale, come i coniugi o i genitori con i figli e così via). Secondo le indiscrezioni la distanza potrà essere ridotta soltanto se il locale avrà approntato barriere fisiche tra i tavoli. Invece, resterà in vigore la regola delle 4 persone salvo che non siano tutti conviventi.

Per quanto riguarda cinema e teatri, la capienza delle sale non potrà superare i 200 spettatori e l’entrata e l’uscita dovranno essere separate. La prenotazione dei posti potrà essere effettuata solamente online, mentre le poltrone dovranno assicurare il distanziamento sociale con le stesse regole.

Il tempo per riaprire sarà di quindici giorni.