26 Novembre 2018 - 13:26

Governo: Luigi Di Maio e il crollo dell’immagine “pulita”

Il padre di Luigi Di Maio è stato denunciato da un suo ex dipendente a causa di un pagamento in nero. Il figlio ne pagherà le conseguenze?

Tanto tuonò che piovve. La vicenda che ha coinvolto il padre del ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, rischia di provocare strascichi indelebili anche per lo stesso pentastellato. Una nota trasmissione televisiva ha raccolto la denuncia di un ex lavoratore dell’azienda di Antonio Di Maio, il quale è accusato di aver pagato in nero per circa due anni l’uomo.

In una circostanza, poi, si sarebbe anche infortunato sul lavoro, ricevendo dal suo capo la raccomandazione di non denunciare l’accaduto. Naturalmente, il servizio ha destato molto scalpore. Il ministro sta cercando di riparare all’accaduto, che naturalmente potrebbe ledere la sua immagine in modo irreversibile, soprattutto alla luce del profilo che si è costruito nel tempo.

L’episodio è stato raccontato dallo stesso operaio, Salvatore Pizzo, che ha raccontato di essere stato impiegato nell’impresa di costruzioni della famiglia Di Maio. Il ministro del Lavoro, però, non ha mai avuto ruoli operativi nella società.

Intervistato, il ministro ha deciso di precisare la sua versione dei fatti, precisando che quando la denuncia è avvenuta lui non era ancora socio al 50% dell’azienda di famiglia.
Salvatore Pizzo all’epoca dei fatti si è rivolto al Sindacato CGIL che gli consigliò di trovare un accordo con mio padre per farsi assumere, e infatti poi ha ottenuto un contratto regolare. Successivamente gli fu corrisposto anche un indennizzo. 8 anni fa, come avrete visto dal servizio io non ero né socio dell’azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre.” ha dichiarato.

Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. E capirete anche che sia improbabile che un padre racconti al figlio 24enne un accaduto del genere.” ha poi concluso.

Dietro questa vicenda, però, si nasconde un risvolto politico molto importante.

La lesione dell’immagine e la fine dell’onestà

Inutile dire che per Luigi Di Maio questa vicenda rappresenta un colpo duro da incassare. Per uno che, nella sua carriera politica, ha fatto dell’onestà la sua bandiera principale, l’implicazione di un membro familiare in vicende oscure lede fortemente la sua immagine.

Il ministro ha provato a gettare inutilmente acqua sul fuoco, tramite lo strumento che riesce ad usare meglio, ovvero quello dei social. Ma il dado è tratto, e questa volta dalla vicenda non ne esce minimamente vincitore. Oltre che a ledere l’immagine della propria persona, indirettamente questa faccenda si capovolge anche a scapito del Movimento 5 Stelle.

In una situazione già molto difficile per il partito, sopravanzato dalla Lega in termini di sondaggio e scavalcato anche nell’immagine, questo può rappresentare un ulteriore colpo. Luigi Di Maio probabilmente non è ancora consapevole della situazione critica in cui versa il Movimento. O, al massimo, lo sa, ma riesce a mascherare molto bene l’ansia che questo periodo gli sta riservando.

Oltre ai diverbi politici continui, oltre ai confronti a distanza con Matteo Salvini, oltre alla guerra con l’Europa, ora il ministro dello Sviluppo Economico deve fronteggiare anche questa “minaccia”. Una situazione paradossale, che lo penalizza e riconduce la sua immagine a quella del suo peggior nemico: Matteo Renzi.

La vicenda è molto analoga. Entrambi i padri sono coinvolti, chi per un motivo, chi per un altro. E tante volte è inutile prendere le distanze dai gesti altrui. In ogni caso, il proprio profilo ne viene danneggiato, inevitabilmente. Questo caso, però, insegna un’altra cosa: ride bene chi ride ultimo.

E Di Maio, questa volta, ha riso per primo. E non gli è andata minimamente bene.