Governo neutro: se la politica non è più necessaria
Governo neutro come risultato della decisione di Mattarella di sbrogliare l’impasse istituzionale. E la politica paga lo scotto
Una legge elettorale scellerata -ed i suoi artefici non del tutto conformi ai dettami delle regole stabilite (un proporzionale così forte obbliga a trattative post-elettorali) – e l’impasse generato dalla stessa dopo il 4 marzo: si può dire che la proposta di un Governo neutro – così come presentato dal Capo dello Stato – sia conseguenza solamente di questi due elementi ma, andando a scavare nelle motivazioni di Mattarella, è senza dubbio visibile l’estinzione di un ulteriore elemento fondamentale, ovvero la politica.
Con l’ennesimo Esecutivo al di sopra delle parti – il sesto dal 2011 – più che l’idea, qualunque essa sia, si cerca di fare leva su punti specifici che poco hanno a che fare con ciò che sta accadendo.
In sostanza, facendo del problema IVA ed Europa la priorità del Paese per non sfigurare di fronte alle istituzioni internazionali, si è preferito ancora una volta un tecnico travestito da uomo terzo che conduca – in base ad un manuale del buon governante – il Paese a conformarsi con ciò che ha attorno.
L’idea di Governo neutro, quindi, si configura come l’ennesima decisione non politica del nostro Paese che, in un periodo in cui ci si potrebbe imporre aggiustando la linea di una più ampia organizzazione molto germano/franco – centrica, preferisce decidere di non decidere piuttosto che fare ulteriori danni.
Senza nulla togliere alle responsabilità dei protagonisti in campo, è facile dire che in Italia i tempi per fare politica non sono maturi, in quanto la possibilità di indirizzare un andamento in base ad un punto di vista è considerata più pericolosa di un comportamento standard e fedele alla linea.
In sintesi, la decisione di affidare l’incarico al tanto acclamato Governo neutro, oltre a non trovare troppe sponde – al momento nessuno dell’arco costituzionale voterebbe la fiducia, almeno nelle parole – rischierebbe di affondare una volta per tutte quel barlume di politica che è rimasto all’interno dello stivale.
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